Da alcuni giorni rimbalza sulle principali testate giornalistiche di taglio economico e finanziario una notizia che segna definitivamente il cambio di  passo nella strategia di investimento della Fondazione Enasarco che, con l’intento di migliorare la propria gestione in un’ottica di sostenibilità a lungo termine, da alcuni anni si è impegnata nel ridurre la propria esposizione patrimoniale in investimenti immobiliari, a favore di tipologie di investimento più liquide e remunerative.

Un processo che ha preso le mosse con l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione Enasarco – con parere positivo di ATSC e UGL – del documento di Asset Liability Management che ha definito il processo di formulazione, attuazione, monitoraggio e revisione delle attività e delle passività per il raggiungimento degli obiettivi finanziari, sotto il vincolo di un determinato rischio tollerabile.

Uno dei punti fondamentali del documento riguarda proprio l’implementazione di nuovi investimenti nell’asset class obbligazionario governativo – in particolare di euro 350 milioni in BTP – e di nuovi investimenti mission related azionario diretto, in particolare euro 130 milioni in Banco BPM e Intesa Sanpaolo.

Investimenti che la Fondazione ha incrementato nei primi giorni di settembre 2023, innalzando la soglia di partecipazione nel capitale sociale di BPM al 3%.

Il Prof. Stefano Cianciotta, economista, docente universitario e e Amministratore Delegato della Finanziaria della Regione Abruzzo SpA, ci aiuta a fare il punto sulla situazione ed a capire cosa c’è realmente dietro a questo risiko bancario attraverso la seguente puntuale analisi:

«Enasarco apre di fatto il risiko bancario italiano. Rafforzandosi in Banco Bpm, con la Fondazione che è salita al 3% (era all’1,97), la Cassa di previdenza degli agenti e dei rappresentanti di commercio non solo ha incrementato di un 1,04% la quota nel capitale di Piazza Meda, ma dà un segnale molto chiaro di posizionamento in vista dei grandi cambiamenti che si annunciano nel sistema finanziario italiano.

Unipol, infatti, ha già chiesto alla BCE di poter salire al 19,9% di Banca Sondrio, mentre negli ultimi giorni hanno ripreso a circolare con insistenza le voci di un possibile accordo tra Monte dei Paschi di Siena e Banco Bpm, complice anche la volontà dello Stato di disimpegnarsi dall’istituto di credito toscano. Rumors che sono stati però sempre rispediti al mittente. Solo pochi giorni fa un portavoce della banca ha fatto sapere che “Banco Bpm conferma che la banca non è interessata a operazioni di M&A e ribadisce la strategia stand alone, già più volte comunicata e che sarà il presupposto del piano industriale di fine anno”.
Al di là delle indiscrezioni, però, un fatto è incontrovertibile: il sistema finanziario italiano subirà dei cambiamenti e le Casse previdenziali non vogliono stare alla finestra. La mossa di Enasarco, infatti, è in linea con le altre casse previdenziali come Enpam, Cassa Forense, Inarcassa, Enpaia ed Enpaf, che avevano deciso di scommettere proprio sugli istituti di credito. Però a differenza della cassa dei medici (Enpam), di quella degli avvocati (Cassa Forense) e di quella degli ingegneri (Inarcassa), Enasarco aveva optato per la stessa scelta di Enpaia (agricoltori) ed Enpaf (farmacisti); ovvero rimanere al di fuori dell’accordo di consultazione che nel corso del 2022 ha progressivamente blindato il 8,33% di Piazza Meda grazie agli acquisti delle fondazioni Crt, Cr Lucca, Cr Trento e Rovereto, Cr Alessandria e delle altre casse previdenziali. Coerentemente con la propria decisione sulla governance, Enasarco si era poi astenuto in assemblea ad aprile di quest’anno su quasi tutti i punti all’ordine del giorno, compresa la nomina del nuovo board. Mentre i pattisti avevano espresso Paola Ferretti e Alberto Oliveti (Enpam) per il nuovo Cda.

Oggi con il rafforzamento in Bpm Enasarco nei fatti ha ottenuto due risultati: uno interno, perché ribadisce il proprio ruolo di investitore istituzionale attraverso la gestione efficiente del patrimonio dei propri iscritti; uno esterno, dalla forte valenza reputazionale, perché prima degli altri si è posizionato in modo coerente in vista dei prossimi sviluppi del risiko finanziario».

Ufficio stampa ATSC
Dott.ssa Federica Gregori

12/09/2023

 

©Riproduzione riservata

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Da alcuni giorni rimbalza sulle principali testate giornalistiche di taglio economico e finanziario una notizia che segna definitivamente il cambio di  passo nella strategia di investimento della Fondazione Enasarco che, con l’intento di migliorare la propria gestione in un’ottica di sostenibilità a lungo termine, da alcuni anni si è impegnata nel ridurre la propria esposizione patrimoniale in investimenti immobiliari, a favore di tipologie di investimento più liquide e remunerative.

Un processo che ha preso le mosse con l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione Enasarco – con parere positivo di ATSC e UGL – del documento di Asset Liability Management che ha definito il processo di formulazione, attuazione, monitoraggio e revisione delle attività e delle passività per il raggiungimento degli obiettivi finanziari, sotto il vincolo di un determinato rischio tollerabile.

Uno dei punti fondamentali del documento riguarda proprio l’implementazione di nuovi investimenti nell’asset class obbligazionario governativo – in particolare di euro 350 milioni in BTP – e di nuovi investimenti mission related azionario diretto, in particolare euro 130 milioni in Banco BPM e Intesa Sanpaolo.

Investimenti che la Fondazione ha incrementato nei primi giorni di settembre 2023, innalzando la soglia di partecipazione nel capitale sociale di BPM al 3%.

Il Prof. Stefano Cianciotta, economista, docente universitario e e Amministratore Delegato della Finanziaria della Regione Abruzzo SpA, ci aiuta a fare il punto sulla situazione ed a capire cosa c’è realmente dietro a questo risiko bancario attraverso la seguente puntuale analisi:

«Enasarco apre di fatto il risiko bancario italiano. Rafforzandosi in Banco Bpm, con la Fondazione che è salita al 3% (era all’1,97), la Cassa di previdenza degli agenti e dei rappresentanti di commercio non solo ha incrementato di un 1,04% la quota nel capitale di Piazza Meda, ma dà un segnale molto chiaro di posizionamento in vista dei grandi cambiamenti che si annunciano nel sistema finanziario italiano.

Unipol, infatti, ha già chiesto alla BCE di poter salire al 19,9% di Banca Sondrio, mentre negli ultimi giorni hanno ripreso a circolare con insistenza le voci di un possibile accordo tra Monte dei Paschi di Siena e Banco Bpm, complice anche la volontà dello Stato di disimpegnarsi dall’istituto di credito toscano. Rumors che sono stati però sempre rispediti al mittente. Solo pochi giorni fa un portavoce della banca ha fatto sapere che “Banco Bpm conferma che la banca non è interessata a operazioni di M&A e ribadisce la strategia stand alone, già più volte comunicata e che sarà il presupposto del piano industriale di fine anno”.
Al di là delle indiscrezioni, però, un fatto è incontrovertibile: il sistema finanziario italiano subirà dei cambiamenti e le Casse previdenziali non vogliono stare alla finestra. La mossa di Enasarco, infatti, è in linea con le altre casse previdenziali come Enpam, Cassa Forense, Inarcassa, Enpaia ed Enpaf, che avevano deciso di scommettere proprio sugli istituti di credito. Però a differenza della cassa dei medici (Enpam), di quella degli avvocati (Cassa Forense) e di quella degli ingegneri (Inarcassa), Enasarco aveva optato per la stessa scelta di Enpaia (agricoltori) ed Enpaf (farmacisti); ovvero rimanere al di fuori dell’accordo di consultazione che nel corso del 2022 ha progressivamente blindato il 8,33% di Piazza Meda grazie agli acquisti delle fondazioni Crt, Cr Lucca, Cr Trento e Rovereto, Cr Alessandria e delle altre casse previdenziali. Coerentemente con la propria decisione sulla governance, Enasarco si era poi astenuto in assemblea ad aprile di quest’anno su quasi tutti i punti all’ordine del giorno, compresa la nomina del nuovo board. Mentre i pattisti avevano espresso Paola Ferretti e Alberto Oliveti (Enpam) per il nuovo Cda.

Oggi con il rafforzamento in Bpm Enasarco nei fatti ha ottenuto due risultati: uno interno, perché ribadisce il proprio ruolo di investitore istituzionale attraverso la gestione efficiente del patrimonio dei propri iscritti; uno esterno, dalla forte valenza reputazionale, perché prima degli altri si è posizionato in modo coerente in vista dei prossimi sviluppi del risiko finanziario».

Ufficio stampa ATSC
Dott.ssa Federica Gregori

12/09/2023

 

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