Cara/o collega,

l’apertura di questa lettera e di questo nuovo anno è dedicata all’evidenza di un dato positivo: in controtendenza rispetto alla crisi economica transnazionale, i liberi professionisti sono interessati da una crescita costante non solo numerica nello scenario europeo, configurandosi come unica componente del mercato del lavoro indipendente in grado di reggere gli urti degli indispensabili cambiamenti imposti dalle logiche evolutive contemporanee. Nonostante la recessione, infatti, i liberi professionisti europei hanno superato la soglia di 5,6 milioni nel 2017, il cui 19% concentrato nella sola Italia, per un totale di circa 1,4 milioni (6% della forza lavoro del Paese).

Gli agenti di commercio ed i consulenti finanziari non vengono ancora considerati dei liberi professionisti, pur costituendo una delle principali e più numerose categorie di lavoratori autonomi. La nostra associazione ATSC si impegna incessantemente su questo versante, promuovendo la qualificazione della categoria attraverso la collaborazione e l’interazione tra istituzioni – Università e Enasarco – e parti sociali, caldeggiando e realizzando concretamente l’alta formazione continua, secondo l’assunto del lifelong learning. Accrescere, infatti, il proprio bagaglio di competenze e conoscenze per renderle più adeguate rispetto ai nuovi bisogni sociali e professionali, consente alla nostra categoria di affrontare e governare il cambiamento.

In Italia siamo oltre 240.000 agenti e promotori finanziari attivi: una realtà economica più forte della crisi, pronta ad affrontare e accompagnare le transizioni, anticipandole. Un primo segnale in tal senso è dato dall’aumento, negli ultimi cinque anni, del valore complessivo delle provvigioni dichiarate a fronte della diminuzione annua di circa 4.000 unità (fonte Enasarco) che colpisce la nostra categoria. Possiamo dire che si respira un’aria di cauto ottimismo: da una nostra analisi emerge un aumento del valore medio annuo di provvigioni per ogni agente pari a 6.881,90 euro.

Appare, di conseguenza, evidente che il successo di un agente di commercio è direttamente proporzionale alla sua capacità di intercettare i segnali di cambiamento del mercato: una sensibilità che può essere sviluppata soltanto seguendo un processo di aggiornamento professionale e personale continuo. Numerose aziende – riconoscendo l’impegno e la solidità di ATSC – si rivolgono alla nostra associazione chiedendo i nominativi dei nostri iscritti per rinnovare la propria forza vendita e avere agenti qualificati.

In questa nuova e ulteriore veste, riscontriamo una tendenza interessante delle aziende multinazionali nel selezionare direttamente agenti qualificati, dotati di un curriculum tanto laborum quanto studiorum, piuttosto che investire nella formazione iniziale degli intermediari commerciali. Di contro, riscontriamo che le filiali di multinazionali italiane leader nei propri settori formano la propria forza vendita dal punto di vista puramente tecnico ma anche generale, rivolgendosi alla nostra associazione per l’erogazione, da parte dei docenti universitari con i quali collaboriamo, di corsi di aggiornamento professionale di taglio scientifico.

Tale scenario conferma che la nostra mission percorre la giusta strada, collocandosi in linea con il mutato contesto socioculturale. L’ATSC punterà sempre più sulla formazione continua e, allo stesso tempo, sulla sussidiarietà e sulla protezione dell’agente di commercio. Occorre, altresì, meglio regolamentare e tutelare il nostro lavoro autonomo. È qui che il sindacato ricopre un ruolo indispensabile, trovando la sua massima espressione nel perseguimento dell’interesse collettivo. La primaria azione da implementare risulterebbe essere, pertanto, il contrasto della frammentazione rappresentativa e tutelare, rinnovando gli Accordi Economici Collettivi del settore commercio e del settore industria – scaduti, rispettivamente, dal 2012 e dal 2017 – e, contestualmente, unificando le varie tipologie in un unico testo normativo valevole tanto per gli agenti di commercio quanto per i promotori finanziari, che attualmente non sottoscrivono alcun accordo. La non adesione comporta il mancato versamento del FIRR da parte degli istituti bancari e, di riflesso, l’impossibilità per gli stessi promotori finanziari di beneficiare dell’articolato sistema di Welfare erogato dalla Fondazione Enasarco.

Per altro verso, sarebbe auspicabile che il nuovo accordo abolisca la forma del monomandato – poiché, come da anni sostengo, deve trattarsi di una libera scelta e non di un obbligo imposto dalle ditte mandanti – e rimodulare l’importo del FIRR, rimasto invariato dal primo gennaio 1989. In proposito, una considerazione importante da fare riguarda l’ammontare massimo provvigionale sul quale viene calcolata la prima parte dell’indennità per lo scioglimento del contratto a tempo indeterminato, che può arrivare a un importo massimo di 6.200 euro annui. Di contro, nella sua prima adozione – nel 1956 – ammontava a 2 milioni di lire. Con la rivalutazione monetaria le indennità dovrebbero essere calcolate su un importo almeno di 30.000 euro annui. Proprio su questo punto dobbiamo focalizzare la nostra forza sindacale e negoziale per il rinnovo dell’Accordo Economico Collettivo, poiché queste somme versate al nostro ente previdenziale Enasarco costituiscono l’unica garanzia di una certa ed effettiva riscossione delle somme accantonante, al riparo da ogni rischio di fallimento o insolvenza dell’impresa preponente. Una simile misura esplicherebbe la propria positiva portata su due fronti: consentirebbe all’agente di fronteggiare un eventuale stato di bisogno derivante dalla conclusione del rapporto contrattuale ad opera della mandante e di ricevere il giusto riconoscimento del lavoro svolto nel caso di volontarie dimissioni; allo stesso tempo, l’ente Enasarco – che provvede alla capitalizzazione di questi accantonamenti – riuscirebbe ad offrire a tutta la categoria un welfare ancora migliore e, quindi, un supporto per tutta la vita lavorativa.

La Fondazione Enasarco è molto attenta a queste esigenze; uno dei principali asset strategici che l‘attuale dirigenza intende realizzare, come specificato nella previsione di budget 2019, riguarda il rafforzamento del panorama delle prestazioni integrative – in primis dei contributi per la formazione – e l’implementazione di una nuova prestazione nella forma del contributo spese per l’acquisto di auto ibride, per un investimento totale di 2 milioni di euro. Sul primo versante, le regioni dell’Abruzzo e del Molise hanno terminato i fondi messi a disposizione dalla Fondazione Enasarco per la formazione nell’anno 2018. La nostra associazione ATSC ha predisposto una lettera indirizzata al CDA Enasarco proprio per ripartire il rispettivo plafond previsto e non usufruito dalle altre regioni, al fine di non penalizzare due regioni virtuose.

Il potenziamento del Welfare – nella forma dell’assistenza sanitaria e integrativa – nonché il serio cambiamento culturale rappresentano, in definitiva, i due pilastri su cui l’ATSC intende intensificare sempre più la propria azione, da raggiungere tramite l’attuazione di un modello basato sul partenariato tra pubblico e privato (Università, Enasarco e parti sociali), al fine di trasformare la nostra categoria in un’eccellenza  nell’intermediazione europea in termini di qualità e di preparazione. In tal modo sosteniamo anche le imprese e, in definitiva, la crescita economica del paese.

In quest’opera, l’ATSC mette a tua disposizione uno staff altamente qualificato, che non ti lascerà mai sola/o, garantendo un’assistenza continua e attiva.

Un caro augurio di buon anno pieno di serenità e gioia!…

 

                                                                                                                Dott. Franco Damiani
Presidente ATSC

 

 

Vi aspettiamo presso la nostra sede per condividere e sostenere questi e altri progetti e per l’adesione all’ATSC o il rinnovo della quota associativa di €. 140,00 per l’anno 2019, che può avvenire anche secondo le seguenti modalità:

 

  • bonifico bancario IBAN: IT 07 Z 03069 76760 100000001291 – Banca Intesa San Paolo;
  • bollettino postale sul C/C: 13124649 – intestato ad ATSC – Agenti Teramo Senza Confini;
  • on-line sul sito www.atsc.info con carta di credito o PayPal cliccando qui

Condividi questo articolo sulla tua piattaforma preferita!

Articoli recenti

Cara/o collega,

l’apertura di questa lettera e di questo nuovo anno è dedicata all’evidenza di un dato positivo: in controtendenza rispetto alla crisi economica transnazionale, i liberi professionisti sono interessati da una crescita costante non solo numerica nello scenario europeo, configurandosi come unica componente del mercato del lavoro indipendente in grado di reggere gli urti degli indispensabili cambiamenti imposti dalle logiche evolutive contemporanee. Nonostante la recessione, infatti, i liberi professionisti europei hanno superato la soglia di 5,6 milioni nel 2017, il cui 19% concentrato nella sola Italia, per un totale di circa 1,4 milioni (6% della forza lavoro del Paese).

Gli agenti di commercio ed i consulenti finanziari non vengono ancora considerati dei liberi professionisti, pur costituendo una delle principali e più numerose categorie di lavoratori autonomi. La nostra associazione ATSC si impegna incessantemente su questo versante, promuovendo la qualificazione della categoria attraverso la collaborazione e l’interazione tra istituzioni – Università e Enasarco – e parti sociali, caldeggiando e realizzando concretamente l’alta formazione continua, secondo l’assunto del lifelong learning. Accrescere, infatti, il proprio bagaglio di competenze e conoscenze per renderle più adeguate rispetto ai nuovi bisogni sociali e professionali, consente alla nostra categoria di affrontare e governare il cambiamento.

In Italia siamo oltre 240.000 agenti e promotori finanziari attivi: una realtà economica più forte della crisi, pronta ad affrontare e accompagnare le transizioni, anticipandole. Un primo segnale in tal senso è dato dall’aumento, negli ultimi cinque anni, del valore complessivo delle provvigioni dichiarate a fronte della diminuzione annua di circa 4.000 unità (fonte Enasarco) che colpisce la nostra categoria. Possiamo dire che si respira un’aria di cauto ottimismo: da una nostra analisi emerge un aumento del valore medio annuo di provvigioni per ogni agente pari a 6.881,90 euro.

Appare, di conseguenza, evidente che il successo di un agente di commercio è direttamente proporzionale alla sua capacità di intercettare i segnali di cambiamento del mercato: una sensibilità che può essere sviluppata soltanto seguendo un processo di aggiornamento professionale e personale continuo. Numerose aziende – riconoscendo l’impegno e la solidità di ATSC – si rivolgono alla nostra associazione chiedendo i nominativi dei nostri iscritti per rinnovare la propria forza vendita e avere agenti qualificati.

In questa nuova e ulteriore veste, riscontriamo una tendenza interessante delle aziende multinazionali nel selezionare direttamente agenti qualificati, dotati di un curriculum tanto laborum quanto studiorum, piuttosto che investire nella formazione iniziale degli intermediari commerciali. Di contro, riscontriamo che le filiali di multinazionali italiane leader nei propri settori formano la propria forza vendita dal punto di vista puramente tecnico ma anche generale, rivolgendosi alla nostra associazione per l’erogazione, da parte dei docenti universitari con i quali collaboriamo, di corsi di aggiornamento professionale di taglio scientifico.

Tale scenario conferma che la nostra mission percorre la giusta strada, collocandosi in linea con il mutato contesto socioculturale. L’ATSC punterà sempre più sulla formazione continua e, allo stesso tempo, sulla sussidiarietà e sulla protezione dell’agente di commercio. Occorre, altresì, meglio regolamentare e tutelare il nostro lavoro autonomo. È qui che il sindacato ricopre un ruolo indispensabile, trovando la sua massima espressione nel perseguimento dell’interesse collettivo. La primaria azione da implementare risulterebbe essere, pertanto, il contrasto della frammentazione rappresentativa e tutelare, rinnovando gli Accordi Economici Collettivi del settore commercio e del settore industria – scaduti, rispettivamente, dal 2012 e dal 2017 – e, contestualmente, unificando le varie tipologie in un unico testo normativo valevole tanto per gli agenti di commercio quanto per i promotori finanziari, che attualmente non sottoscrivono alcun accordo. La non adesione comporta il mancato versamento del FIRR da parte degli istituti bancari e, di riflesso, l’impossibilità per gli stessi promotori finanziari di beneficiare dell’articolato sistema di Welfare erogato dalla Fondazione Enasarco.

Per altro verso, sarebbe auspicabile che il nuovo accordo abolisca la forma del monomandato – poiché, come da anni sostengo, deve trattarsi di una libera scelta e non di un obbligo imposto dalle ditte mandanti – e rimodulare l’importo del FIRR, rimasto invariato dal primo gennaio 1989. In proposito, una considerazione importante da fare riguarda l’ammontare massimo provvigionale sul quale viene calcolata la prima parte dell’indennità per lo scioglimento del contratto a tempo indeterminato, che può arrivare a un importo massimo di 6.200 euro annui. Di contro, nella sua prima adozione – nel 1956 – ammontava a 2 milioni di lire. Con la rivalutazione monetaria le indennità dovrebbero essere calcolate su un importo almeno di 30.000 euro annui. Proprio su questo punto dobbiamo focalizzare la nostra forza sindacale e negoziale per il rinnovo dell’Accordo Economico Collettivo, poiché queste somme versate al nostro ente previdenziale Enasarco costituiscono l’unica garanzia di una certa ed effettiva riscossione delle somme accantonante, al riparo da ogni rischio di fallimento o insolvenza dell’impresa preponente. Una simile misura esplicherebbe la propria positiva portata su due fronti: consentirebbe all’agente di fronteggiare un eventuale stato di bisogno derivante dalla conclusione del rapporto contrattuale ad opera della mandante e di ricevere il giusto riconoscimento del lavoro svolto nel caso di volontarie dimissioni; allo stesso tempo, l’ente Enasarco – che provvede alla capitalizzazione di questi accantonamenti – riuscirebbe ad offrire a tutta la categoria un welfare ancora migliore e, quindi, un supporto per tutta la vita lavorativa.

La Fondazione Enasarco è molto attenta a queste esigenze; uno dei principali asset strategici che l‘attuale dirigenza intende realizzare, come specificato nella previsione di budget 2019, riguarda il rafforzamento del panorama delle prestazioni integrative – in primis dei contributi per la formazione – e l’implementazione di una nuova prestazione nella forma del contributo spese per l’acquisto di auto ibride, per un investimento totale di 2 milioni di euro. Sul primo versante, le regioni dell’Abruzzo e del Molise hanno terminato i fondi messi a disposizione dalla Fondazione Enasarco per la formazione nell’anno 2018. La nostra associazione ATSC ha predisposto una lettera indirizzata al CDA Enasarco proprio per ripartire il rispettivo plafond previsto e non usufruito dalle altre regioni, al fine di non penalizzare due regioni virtuose.

Il potenziamento del Welfare – nella forma dell’assistenza sanitaria e integrativa – nonché il serio cambiamento culturale rappresentano, in definitiva, i due pilastri su cui l’ATSC intende intensificare sempre più la propria azione, da raggiungere tramite l’attuazione di un modello basato sul partenariato tra pubblico e privato (Università, Enasarco e parti sociali), al fine di trasformare la nostra categoria in un’eccellenza  nell’intermediazione europea in termini di qualità e di preparazione. In tal modo sosteniamo anche le imprese e, in definitiva, la crescita economica del paese.

In quest’opera, l’ATSC mette a tua disposizione uno staff altamente qualificato, che non ti lascerà mai sola/o, garantendo un’assistenza continua e attiva.

Un caro augurio di buon anno pieno di serenità e gioia!…

 

                                                                                                                Dott. Franco Damiani
Presidente ATSC

 

 

Vi aspettiamo presso la nostra sede per condividere e sostenere questi e altri progetti e per l’adesione all’ATSC o il rinnovo della quota associativa di €. 140,00 per l’anno 2019, che può avvenire anche secondo le seguenti modalità:

 

  • bonifico bancario IBAN: IT 07 Z 03069 76760 100000001291 – Banca Intesa San Paolo;
  • bollettino postale sul C/C: 13124649 – intestato ad ATSC – Agenti Teramo Senza Confini;
  • on-line sul sito www.atsc.info con carta di credito o PayPal cliccando qui

Condividi questo articolo sulla tua piattaforma preferita!

Articoli recenti