UniTe al top in didattica e ricerca
La graduatoria ministeriale piazza al terzo posto (su 54) l’Ateneo teramano

TERAMO – L’Università di Teramo al terzo posto in Italia tra gli Atenei statali per quel che riguarda la didattica e la ricerca.

A stabilirlo è la graduatoria sulla premialità emessa con il decreto adottato lo scorso 23 dicembre, dal ministro Maria Chiara Carrozza attraverso il quale ha provveduto alle attribuzioni della quota premiale dell’FFO (Fondo di finanzia- mento Ordinario) alle 54 Università statali.

L’Università degli Studi di Teramo è risultata terza nella graduatoria generale. Una risultato che rappresenta meglio di ogni altra cosa i grandi passi fatti avanti soprattutto nel campo della ricerca universitaria.

Un posizionamento brillante che l’Ateneo Teramano può addirittura miglio- rare quando cresceranno anche i numeri riguardanti la didattica che si basano quasi unicamente sulle iscrizioni.

Un campo che, con l’arrivo di Luciano D’Amico alla guida dell’Uni- versità, ha fatto segnare un’im- portante e ottimistica inversione di tendenza.

Essere ben posizionati in questa graduatoria vuol dire, in parole povere, subire meno tagli rispetto alle altre uni- versità che, in un periodo di crisi come questo, vuol dire avere a disposizione una buona quantità di fondi.

Un sistema, quello della premialità, dal meccanismo complesso. Prima il ministero toglie a tutti gli Atenei nazionali il 13,5% delle risorse (dopo aver fatto un taglio generale del 5%) e provvede a ridistribuire queste somme in base ai risultati.

Risultati che si ba- sano per il 66% sulla ricerca e per il 34% sulla didattica. Con questo meccanismo, tutte le università ( a causa del taglio generale del 5%) si troveranno con meno fondi rispetto all’anno precedente ma le prime in graduatoria saranno meno penalizzate. Davanti all’Ateneo teramano si sono piazzati solo Bergamo e Foggia mentre fanalino di coda è Torino che, se- condo i calcoli, perde il 9,1% dei finanziamenti.

A questo punto, però, entra in ballo la clausola ministeriale che pre- vede una “penalizzazione” mas- sima del 5% per tutti gli atenei. In poche parole, casi come quello di Torino (-9,1%) devono essere coperti dalle Università più virtuose. Alla fine dei giochi, Teramo, non solo è al top nella ricerca e della graduatoria ma, in un certo senso, aiuta anche le altre università rinunciando ad una parte di fondi (per imposizione del ministero) in loro favore. «Uno straordinario risultato che premia la qualità dei progetti di ricerca messi in campo dal nostro Ateneo – osserva il Rettore Luciano D’Amico – e che consolida un altro traguardo prestigioso ottenuto solo pochi mesi fa dal Polo scientifico, che si è posizionato al secondo posto in Italia tra le Università comparabili.

La nostra si conferma come un’Università di altissimo livello e con enormi potenzialità grazie alla rivoluzione didattica messa in campo che, in un solo anno, ha portato le iscrizioni a crescere del 30%»

FONTE LA CITTA` 18 GENNAIO 2014

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A stabilirlo è la graduatoria sulla premialità emessa con il decreto adottato lo scorso 23 dicembre, dal ministro Maria Chiara Carrozza attraverso il quale ha provveduto alle attribuzioni della quota premiale dell’FFO (Fondo di finanzia- mento Ordinario) alle 54 Università statali.

L’Università degli Studi di Teramo è risultata terza nella graduatoria generale. Una risultato che rappresenta meglio di ogni altra cosa i grandi passi fatti avanti soprattutto nel campo della ricerca universitaria.

Un posizionamento brillante che l’Ateneo Teramano può addirittura miglio- rare quando cresceranno anche i numeri riguardanti la didattica che si basano quasi unicamente sulle iscrizioni.

Un campo che, con l’arrivo di Luciano D’Amico alla guida dell’Uni- versità, ha fatto segnare un’im- portante e ottimistica inversione di tendenza.

Essere ben posizionati in questa graduatoria vuol dire, in parole povere, subire meno tagli rispetto alle altre uni- versità che, in un periodo di crisi come questo, vuol dire avere a disposizione una buona quantità di fondi.

Un sistema, quello della premialità, dal meccanismo complesso. Prima il ministero toglie a tutti gli Atenei nazionali il 13,5% delle risorse (dopo aver fatto un taglio generale del 5%) e provvede a ridistribuire queste somme in base ai risultati.

Risultati che si ba- sano per il 66% sulla ricerca e per il 34% sulla didattica. Con questo meccanismo, tutte le università ( a causa del taglio generale del 5%) si troveranno con meno fondi rispetto all’anno precedente ma le prime in graduatoria saranno meno penalizzate. Davanti all’Ateneo teramano si sono piazzati solo Bergamo e Foggia mentre fanalino di coda è Torino che, se- condo i calcoli, perde il 9,1% dei finanziamenti.

A questo punto, però, entra in ballo la clausola ministeriale che pre- vede una “penalizzazione” mas- sima del 5% per tutti gli atenei. In poche parole, casi come quello di Torino (-9,1%) devono essere coperti dalle Università più virtuose. Alla fine dei giochi, Teramo, non solo è al top nella ricerca e della graduatoria ma, in un certo senso, aiuta anche le altre università rinunciando ad una parte di fondi (per imposizione del ministero) in loro favore. «Uno straordinario risultato che premia la qualità dei progetti di ricerca messi in campo dal nostro Ateneo – osserva il Rettore Luciano D’Amico – e che consolida un altro traguardo prestigioso ottenuto solo pochi mesi fa dal Polo scientifico, che si è posizionato al secondo posto in Italia tra le Università comparabili.

La nostra si conferma come un’Università di altissimo livello e con enormi potenzialità grazie alla rivoluzione didattica messa in campo che, in un solo anno, ha portato le iscrizioni a crescere del 30%»

FONTE LA CITTA` 18 GENNAIO 2014

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