Teramo – Domenica 11 aprile il Blu Palace Business Center di Mosciano Sant’Angelo ha ospitato la presentazione in anteprima nazionale del libro del Professor Stefano Trani, Preside emerito della Facoltà di Scienze della Comunicazione, dal titolo “Le grandi avventure intellettuali di Umberto Eco”.
La presentazione è stata curata della casa editrice La Nave di Teseo e dall’associazione Agenti Teramo Senza Confini e ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, il Professor Dino Mastrocola, del Rettore emerito, il Professor Luciano D’Amico, del Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione, il Professor Christian Corsi e di molti altri docenti della facoltà.
In collegamento per la Nave di Teseo c’era la prof.ssa Anna Maria Lorusso, docente di Semiotica all’Università degli studi di Bologna.
Franco Damiani, Presidente ATSC e delegato Enasarco, ha aperto l’incontro ribadendo che «per ATSC la formazione e la cultura sono elementi essenziali per la crescita professionale. Come diceva Eco, non è importante quello che si fa ma come lo si fa».
Il libro “Le avventure intellettuali di Eco” rappresenta innanzitutto un tributo e un ringraziamento dell’autore al suo maestro. Un testo guidato da un percorso focalizzato su alcuni aspetti ritenuti particolarmente importanti dal Professor Traini, con una prima parte articolata in senso cronologico e tematico, che parte dalla tesi di laurea e arriva al pensiero semiotico, seguita da una seconda sezione inerente i suoi romanzi. Ma, la parte più interessante dell’opera è quella dedicata al pensiero di Eco sulle comunicazioni di massa. Pur avendo scritto molto su questi argomenti, tra giornali e saggi, egli non ha mai pubblicato un testo integrale a riguardo. Si tratta, dunque, di è uno approfondimento inedito sul suo pensiero e sulla sua opera.
L’incontro, però, oltre a dare la possibilità di approfondire i temi trattati nel libro, ha rappresentato anche un’occasione interessante e unica per conoscere Umberto Eco come uomo, oltre le sue opere e le sue esperienze lavorative e accademiche. Traini e Lorusso, entrambi ex allievi di Eco, hanno offerto ai presenti uno sguardo ampio e personale sul loro maestro di studi e di vita, che ha guidato e tuttora guida la loro ricerca accademica.
Parlando di Eco, il Professor Traini ha raccontato che l’atteggiamento ironico è uno degli aspetti che di lui preferisce. «Quella sua capacità di prendere in modo molto serio l’oggetto di studio e un minuto dopo riderne, con il giusto distacco. Questa è quella che lui chiamava “la diffidenza”, ovvero il fatto di avere la capacità di stare dentro ad un argomento in modo meticoloso e nello stesso tempo, poco dopo, riderne con distacco, per rivederlo da un’altra angolazione. Questo è un atteggiamento che lui riconduceva alle origini piemontesi. E poi – ha proseguito Traini –, Eco è stato uno storico della cultura e, anche quando si è occupato di semiotica ha sempre mantenuto uno sguardo trasversale, verso altre discipline. Anche il suo interesse per la semiotica è sempre stato inquadrato all’interno della cultura e la semiotica è stata parte di questo percorso più ampio».
Punto di vista condiviso dalla professoressa Annamaria Lorusso, collega di Traini sin dai tempi dell’Università, e curatrice dell’introduzione del libro.
«La concezione che Umberto Eco ha della filosofia è una concezione sui generis – ha commentato Lorusso – perché è in continuità con l’idea che ha di semiotica. Forse, per Eco, filosofia e semiotica semplicemente si equivalgono, sono sinonimi, perché entrambe hanno alla base una domanda: cos’è il senso? E, per dare una risposta a questa domanda, bisogna necessariamente passare per il linguaggio. E poi, la filosofia di Eco non è metafisica o ontologica, ma è una filosofia che ha a che fare con il nostro modo quotidiano di dare senso al mondo».
Ed è così che anche i nodi teorici affrontati nei saggi vengono calati con maestria nelle storie poi raccontate nei romanzi. Tematiche che, in questo modo, vengono messe in scena da Eco attraverso la sua vera grande passione: ovvero, il piacere del racconto. Piacere che è facile ritrovare anche nella lettura dei più articolati saggi. Raccontare era per lui il modo migliore di descrivere la realtà.
E, infine, si è parlato di Eco anticipatore dei tempi, ricordando quando definì internet un mezzo che “dà il diritto di parola ad una legione di imbecilli”, così segnalando una delle criticità del web, tuttora di difficile risoluzione, legata alla impossibilità di filtrare in modo efficace i contenuti competenti da quelli incompetenti.
Teramo – Domenica 11 aprile il Blu Palace Business Center di Mosciano Sant’Angelo ha ospitato la presentazione in anteprima nazionale del libro del Professor Stefano Trani, Preside emerito della Facoltà di Scienze della Comunicazione, dal titolo “Le grandi avventure intellettuali di Umberto Eco”.
La presentazione è stata curata della casa editrice La Nave di Teseo e dall’associazione Agenti Teramo Senza Confini e ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, il Professor Dino Mastrocola, del Rettore emerito, il Professor Luciano D’Amico, del Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione, il Professor Christian Corsi e di molti altri docenti della facoltà.
In collegamento per la Nave di Teseo c’era la prof.ssa Anna Maria Lorusso, docente di Semiotica all’Università degli studi di Bologna.
Franco Damiani, Presidente ATSC e delegato Enasarco, ha aperto l’incontro ribadendo che «per ATSC la formazione e la cultura sono elementi essenziali per la crescita professionale. Come diceva Eco, non è importante quello che si fa ma come lo si fa».
Il libro “Le avventure intellettuali di Eco” rappresenta innanzitutto un tributo e un ringraziamento dell’autore al suo maestro. Un testo guidato da un percorso focalizzato su alcuni aspetti ritenuti particolarmente importanti dal Professor Traini, con una prima parte articolata in senso cronologico e tematico, che parte dalla tesi di laurea e arriva al pensiero semiotico, seguita da una seconda sezione inerente i suoi romanzi. Ma, la parte più interessante dell’opera è quella dedicata al pensiero di Eco sulle comunicazioni di massa. Pur avendo scritto molto su questi argomenti, tra giornali e saggi, egli non ha mai pubblicato un testo integrale a riguardo. Si tratta, dunque, di è uno approfondimento inedito sul suo pensiero e sulla sua opera.
L’incontro, però, oltre a dare la possibilità di approfondire i temi trattati nel libro, ha rappresentato anche un’occasione interessante e unica per conoscere Umberto Eco come uomo, oltre le sue opere e le sue esperienze lavorative e accademiche. Traini e Lorusso, entrambi ex allievi di Eco, hanno offerto ai presenti uno sguardo ampio e personale sul loro maestro di studi e di vita, che ha guidato e tuttora guida la loro ricerca accademica.
Parlando di Eco, il Professor Traini ha raccontato che l’atteggiamento ironico è uno degli aspetti che di lui preferisce. «Quella sua capacità di prendere in modo molto serio l’oggetto di studio e un minuto dopo riderne, con il giusto distacco. Questa è quella che lui chiamava “la diffidenza”, ovvero il fatto di avere la capacità di stare dentro ad un argomento in modo meticoloso e nello stesso tempo, poco dopo, riderne con distacco, per rivederlo da un’altra angolazione. Questo è un atteggiamento che lui riconduceva alle origini piemontesi. E poi – ha proseguito Traini –, Eco è stato uno storico della cultura e, anche quando si è occupato di semiotica ha sempre mantenuto uno sguardo trasversale, verso altre discipline. Anche il suo interesse per la semiotica è sempre stato inquadrato all’interno della cultura e la semiotica è stata parte di questo percorso più ampio».
Punto di vista condiviso dalla professoressa Annamaria Lorusso, collega di Traini sin dai tempi dell’Università, e curatrice dell’introduzione del libro.
«La concezione che Umberto Eco ha della filosofia è una concezione sui generis – ha commentato Lorusso – perché è in continuità con l’idea che ha di semiotica. Forse, per Eco, filosofia e semiotica semplicemente si equivalgono, sono sinonimi, perché entrambe hanno alla base una domanda: cos’è il senso? E, per dare una risposta a questa domanda, bisogna necessariamente passare per il linguaggio. E poi, la filosofia di Eco non è metafisica o ontologica, ma è una filosofia che ha a che fare con il nostro modo quotidiano di dare senso al mondo».
Ed è così che anche i nodi teorici affrontati nei saggi vengono calati con maestria nelle storie poi raccontate nei romanzi. Tematiche che, in questo modo, vengono messe in scena da Eco attraverso la sua vera grande passione: ovvero, il piacere del racconto. Piacere che è facile ritrovare anche nella lettura dei più articolati saggi. Raccontare era per lui il modo migliore di descrivere la realtà.
E, infine, si è parlato di Eco anticipatore dei tempi, ricordando quando definì internet un mezzo che “dà il diritto di parola ad una legione di imbecilli”, così segnalando una delle criticità del web, tuttora di difficile risoluzione, legata alla impossibilità di filtrare in modo efficace i contenuti competenti da quelli incompetenti.