L’attività ispettiva svolta dalla Fondazione Enasarco ricopre un’importanza fondamentale nel recupero dei contributi omessi o evasi dalle ditte mandanti, senza la cui riscossione e recupero non ci sarebbero le risorse necessarie per erogare prestazioni previdenziali e assistenziali a favore degli iscritti.

Confrontando i numeri degli ultimi tre anni, possiamo constatare che nel 2022 i contributi omessi o evasi accertati mediante verifiche ispettive sono stati pari a 51.707.286,47 contro i 52.167.538,71 euro del 2021 e i 50.833.421,00 del 2020. Nel 2022 è leggermente calato il totale dell’accertato, ma è notevolmente aumentato quello degli importi incassati (+2.786.773,92).

Ancora, nel 2022, il 92,26% delle aziende ispezionate è risultato irregolare.

Si tratta di numeri impressionanti che, se da un lato costituiscono un fattore congenito dell’ente – come premesso in apertura – dall’altro, fanno sorgere seri interrogativi sulle violazioni che Enasarco non riesce ad accertare per limiti strutturali e funzionali.

In aggiunta, occorre considerare che, a differenza di quanto accade per l’inadempimento contributivo dei datori di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, l’omesso versamento delle ritenute previdenziali operato dalle ditte mandanti a danno degli agenti di commercio non è più considerato fattispecie di reato ma viene sanzionato in via amministrativa dall’art. 36 nel Regolamento delle attività Istituzionali della Fondazione Enasarco.

La sua naturale regolamentazione non è, dunque, una legge o un atto avente forza di legge – strumenti tipici di legislazione primaria – ma un regolamento adottato con un atto amministrativo, inteso quale atto proveniente dalla pubblica amministrazione nell’esercizio di poteri autoritativi idonei ad incidere unilateralmente sulla sfera giuridica dei terzi e strumentali al perseguimento dell’interesse pubblico. Ne consegue che l’agente di commercio viene privato di una tutela fondamentale.

Nell’ambito di tale vuoto normativo, occorre potenziare non solo gli strumenti di controllo ma anche la platea di soggetti controllori, facendo tutto il possibile affinché le ditte mandanti rispettino gli obblighi contributivi.

Ad esempio, è bene sapere che, se il preponente non effettua la trattenuta all’atto della liquidazione delle provvigioni ed omette o evade l’obbligo contributivo, il contributo evaso od omesso diviene interamente a suo carico e il diritto di rivalsa nei confronti dell’agente non può essere esercitato successivamente.

Altrettanto importante è sapere che, in caso di mancato versamento contributivo, è possibile inviare una segnalazione alla vigilanza ispettiva nel termine di prescrizione fissato a 5 anni, oltrepassati i quali non è più possibile recuperare le somme non versate determinando la percezione di un importo pensionistico ridotto rispetto a quanto dovuto o addirittura l’impossibilità di andare in pensione

Per evitare spiacevoli soprese vi invitiamo, quindi, ad effettuare verifiche preventive e periodiche sulla regolarità dei contributi versati dalle ditte mandanti, rivolgendovi a professionisti operanti nel settore previdenziale Enasarco che sapranno consigliarvi al meglio in base alle vostre singole esigenze e problematiche.

ATSC effettua tali verifiche da 28 anni, aiutando tanti agenti a recuperare il montante contributivo. Per verificare la tua situazione e ricevere una consulenza personalizzata ISCRIVITI QUI e sarai ricontattato.

…con ATSC non si è mai soli!!!

Dott.ssa Federica Gregori
Area Ricerca e Sviluppo

18/09/2023

©Riproduzione riservata

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L’attività ispettiva svolta dalla Fondazione Enasarco ricopre un’importanza fondamentale nel recupero dei contributi omessi o evasi dalle ditte mandanti, senza la cui riscossione e recupero non ci sarebbero le risorse necessarie per erogare prestazioni previdenziali e assistenziali a favore degli iscritti.

Confrontando i numeri degli ultimi tre anni, possiamo constatare che nel 2022 i contributi omessi o evasi accertati mediante verifiche ispettive sono stati pari a 51.707.286,47 contro i 52.167.538,71 euro del 2021 e i 50.833.421,00 del 2020. Nel 2022 è leggermente calato il totale dell’accertato, ma è notevolmente aumentato quello degli importi incassati (+2.786.773,92).

Ancora, nel 2022, il 92,26% delle aziende ispezionate è risultato irregolare.

Si tratta di numeri impressionanti che, se da un lato costituiscono un fattore congenito dell’ente – come premesso in apertura – dall’altro, fanno sorgere seri interrogativi sulle violazioni che Enasarco non riesce ad accertare per limiti strutturali e funzionali.

In aggiunta, occorre considerare che, a differenza di quanto accade per l’inadempimento contributivo dei datori di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, l’omesso versamento delle ritenute previdenziali operato dalle ditte mandanti a danno degli agenti di commercio non è più considerato fattispecie di reato ma viene sanzionato in via amministrativa dall’art. 36 nel Regolamento delle attività Istituzionali della Fondazione Enasarco.

La sua naturale regolamentazione non è, dunque, una legge o un atto avente forza di legge – strumenti tipici di legislazione primaria – ma un regolamento adottato con un atto amministrativo, inteso quale atto proveniente dalla pubblica amministrazione nell’esercizio di poteri autoritativi idonei ad incidere unilateralmente sulla sfera giuridica dei terzi e strumentali al perseguimento dell’interesse pubblico. Ne consegue che l’agente di commercio viene privato di una tutela fondamentale.

Nell’ambito di tale vuoto normativo, occorre potenziare non solo gli strumenti di controllo ma anche la platea di soggetti controllori, facendo tutto il possibile affinché le ditte mandanti rispettino gli obblighi contributivi.

Ad esempio, è bene sapere che, se il preponente non effettua la trattenuta all’atto della liquidazione delle provvigioni ed omette o evade l’obbligo contributivo, il contributo evaso od omesso diviene interamente a suo carico e il diritto di rivalsa nei confronti dell’agente non può essere esercitato successivamente.

Altrettanto importante è sapere che, in caso di mancato versamento contributivo, è possibile inviare una segnalazione alla vigilanza ispettiva nel termine di prescrizione fissato a 5 anni, oltrepassati i quali non è più possibile recuperare le somme non versate determinando la percezione di un importo pensionistico ridotto rispetto a quanto dovuto o addirittura l’impossibilità di andare in pensione

Per evitare spiacevoli soprese vi invitiamo, quindi, ad effettuare verifiche preventive e periodiche sulla regolarità dei contributi versati dalle ditte mandanti, rivolgendovi a professionisti operanti nel settore previdenziale Enasarco che sapranno consigliarvi al meglio in base alle vostre singole esigenze e problematiche.

ATSC effettua tali verifiche da 28 anni, aiutando tanti agenti a recuperare il montante contributivo. Per verificare la tua situazione e ricevere una consulenza personalizzata ISCRIVITI QUI e sarai ricontattato.

…con ATSC non si è mai soli!!!

Dott.ssa Federica Gregori
Area Ricerca e Sviluppo

18/09/2023

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