Roma5 marzo 2020: «La diffusione del Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia. Nel nostro settore si riscontra un calo drastico di appuntamenti e, di conseguenza, una riduzione netta degli ordini e degli affari conclusi». Lo ha dichiarato in una nota Franco DAMIANIPresidente di ATSC, Agenti Teramo Senza Confini.

«Già da adesso – ha continuato DAMIANI – valutando tutte le prossime scadenze contributive e fiscali che interessano il nostro settore, siamo consapevoli che i prossimi trimestri saranno neri. Risulta necessario, allora, l’apertura di un tavolo di crisi presso i Ministeri competenti dove proporre misure di defiscalizzazione per quegli agenti di commercio e quei consulenti finanziari in grado di dimostrare il nesso causale tra il calo di fatturato e il coronavirus. Inoltre chiediamo la significativa riduzione dei contributi INPS e la sospensione delle ritenute fiscali nelle fatture provvigioni».

«Alla consapevolezza di una crisi economica – ha proseguito il Presidente ATSCFranco DAMIANI – se ne aggiunge un’altra di carattere sociale: la diffidenza e il timore che hanno i clienti nell’accogliere i nostri professionisti. Le prime domande che vengono rivolte loro riguardano i luoghi frequentati nei giorni precedenti e/o il loro stato di salute. Tutti segnali, questi, di una reticenza all’incontro che, purtroppo, solo in pochi casi viene superata. Situazioni ancora più gravi, con una sistematica chiusura al contatto senza possibilità di appello, sono registrate dai colleghi residenti nei comuni limitrofi alle zone colpite dal virus che intrattengono rapporti commerciali a livello nazionale ed europeo».

«La regione – ha ribadito DAMIANI – che presenta più difficoltà per la concentrazione maggiore dei nostri professionisti è la Lombardia che su 230 mila professionisti presenti sul territorio nazionale, ne rappresenta ben il 17%. La seconda è il Veneto con il 10% e la terza è l’Emilia-Romagna con il 9%. Una situazione a dir poco insostenibile se consideriamo che un prosieguo di tale stato determina non solo il blocco commerciale in queste aree ma anche il loro stesso sostentamento».

«La situazione che si è venuta a creare per il coronavirus è molto complessa ed ha provocato un vero e proprio danno reputazionale alla nostra nazione che si va a sommare ai danni diretti che i vari settori registrano – ha concluso il Presidente di CONFASSOCIAZIONI, Angelo DEIANA. Siamo sicuramente fiduciosi, anzi certi, che l’Italia si rialzerà da questo momento più forte, più collaborativa, più smart di prima. Ma non è possibile restare fermi ad aspettare. Per questo è fondamentale ascoltare l’appello del Presidente ATSC Franco DAMIANI: è necessario fare subito qualcosa perché il coronavirus sta colpendo tutti, non solo le persone affette dal contagio ma anche lavoratori, imprese e partite IVA che non hanno più flussi di cassa. Gli affanni si registrano ovunque, anche tra le Partite IVA della nostra Confederazione, un ecosistema costituito da 612 associazioni, oltre un milione e 20mila professionisti e circa 209 mila imprese con 5,1 dipendenti medi».

 

Ufficio stampa ATSC

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Già da adesso – ha continuato DAMIANI – valutando tutte le prossime scadenze contributive e fiscali che interessano il nostro settore, siamo consapevoli che i prossimi trimestri saranno neri. Risulta necessario, allora, l’apertura di un tavolo di crisi presso i Ministeri competenti dove proporre misure di defiscalizzazione per quegli agenti di commercio e quei consulenti finanziari in grado di dimostrare il nesso causale tra il calo di fatturato e il coronavirus. Inoltre chiediamo la significativa riduzione dei contributi INPS e la sospensione delle ritenute fiscali nelle fatture provvigioni».

«Alla consapevolezza di una crisi economica – ha proseguito il Presidente ATSCFranco DAMIANI – se ne aggiunge un’altra di carattere sociale: la diffidenza e il timore che hanno i clienti nell’accogliere i nostri professionisti. Le prime domande che vengono rivolte loro riguardano i luoghi frequentati nei giorni precedenti e/o il loro stato di salute. Tutti segnali, questi, di una reticenza all’incontro che, purtroppo, solo in pochi casi viene superata. Situazioni ancora più gravi, con una sistematica chiusura al contatto senza possibilità di appello, sono registrate dai colleghi residenti nei comuni limitrofi alle zone colpite dal virus che intrattengono rapporti commerciali a livello nazionale ed europeo».

«La regione – ha ribadito DAMIANI – che presenta più difficoltà per la concentrazione maggiore dei nostri professionisti è la Lombardia che su 230 mila professionisti presenti sul territorio nazionale, ne rappresenta ben il 17%. La seconda è il Veneto con il 10% e la terza è l’Emilia-Romagna con il 9%. Una situazione a dir poco insostenibile se consideriamo che un prosieguo di tale stato determina non solo il blocco commerciale in queste aree ma anche il loro stesso sostentamento».

«La situazione che si è venuta a creare per il coronavirus è molto complessa ed ha provocato un vero e proprio danno reputazionale alla nostra nazione che si va a sommare ai danni diretti che i vari settori registrano – ha concluso il Presidente di CONFASSOCIAZIONI, Angelo DEIANA. Siamo sicuramente fiduciosi, anzi certi, che l’Italia si rialzerà da questo momento più forte, più collaborativa, più smart di prima. Ma non è possibile restare fermi ad aspettare. Per questo è fondamentale ascoltare l’appello del Presidente ATSC Franco DAMIANI: è necessario fare subito qualcosa perché il coronavirus sta colpendo tutti, non solo le persone affette dal contagio ma anche lavoratori, imprese e partite IVA che non hanno più flussi di cassa. Gli affanni si registrano ovunque, anche tra le Partite IVA della nostra Confederazione, un ecosistema costituito da 612 associazioni, oltre un milione e 20mila professionisti e circa 209 mila imprese con 5,1 dipendenti medi».

 

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