«Buonasera a tutti. Con immenso piacere saluto il Magnifico Rettore, Prof. Dino Mastrocola, il Direttore del Dipartimento, Prof. Corsi e tutti i professori, colleghe e colleghi, le famiglie e gli amici. Se solo 10 anni fa qualcuno mi avesse detto che oggi sarei stata qui per il discorso di commiato di fine corso laurea, non ci avrei mai creduto. È un grandissimo onore per me essere qui.
Era il Novembre 2019 quando, durante una colazione di lavoro, si parlava dell’avanzamento e del grande successo di un progetto nato tra ATSC e l’Ateneo di Teramo. Ascoltavo con interesse complimentandomi con Franco Damiani dell’iniziativa e fantasticando che, in un altro contesto e ruolo professionale, con orari lavorativi diversi, magari ci sarebbe stata qualche remota possibilità che anche io mi potessi iscrivere. In realtà, quella colazione era fuori dalla mia agenda, in quel momento avrei dovuto essere dal mio gommista, per via di una spia dei pneumatici che lampeggiava ormai da tempo, ma all’ultimo momento ho disdetto e posticipato l’appuntamento e guadagnando una brochure illustrativa del corso di laurea. Il giorno dopo, proprio dal gommista nell’ora d’attesa prospettatami, lessi la brochure. Quell’ora fu lunga…non passava mai….i miei pensieri entravano ed uscivano dall’Università….vagavano tra tutti i vari impegni che avevo….ma quelle farfalline nello stomaco le sentivo tutte, in realtà avevano iniziato a farsi sentire già dalle 4 del mattino…..alla fine chiamai Federica e gli chiesi se ero ancora in tempo per l’iscrizione, e mi disse di sì. Bene, gli risposi, inviami e scrivimi tutto quello che devo fare….e così iniziai a leggere le dispense che scaricai la sera stessa iniziando così a studiare per il primo esame, Semiotica, di cui avevo perso le lezioni e che avrei dovuto sostenere dopo circa 2 settimane. Certo, da quel dicembre 2019 è successo di tutto….ho continuato a lavorare a ritmi sostenuti. Per studiare ho iniziato a togliere del tempo alla famiglia, ma, contestualmente, ho provato a trasmettere ai miei figli che non ci si deve mai fermare, perché rimettersi in gioco serve a tenere l’animo sempre giovane e nello stesso tempo ci si arricchisce, ci si arricchisce sempre.
Nel frattempo torno a lavoro… eh sì non ho ancora parlato del mio lavoro….beh mi viene da dirvi che nell’ambito di tutta la mia vita, quindi nei molteplici lavori che ho fatto, ho avuto modo di conoscere da diverse angolazioni l’agente di commercio. La prima volta ho conosciuto quella figura professionale all’età di 14 anni, quando con la licenza media mi sono catapultata nella piccola attività commerciale del settore alimentare dei miei genitori, in un paesino della Sardegna. La prima esperienza è stata quindi dalla parte del negoziante e tutti quei rappresentanti adoravano mio padre….dopo vi dirò perché….all’età di 19 anni lasciai la Sardegna e approdai a Roma dove per alcuni anni ho proseguito a lavorare nello stesso ambito e qui, ho scoperto perché i rappresentanti adoravano mio padre…. perché mio padre pagava in contanti alla consegna, che ve lo dico a fare a Roma in assegni a 30, 60 o addirittura
90 giorni….a mio padre dicevo che probabilmente avrebbe dovuto lavorare così…peccato che mio padre non aveva un conto in banca e non aveva mai avuto un blocchetto di assegni. Il guadagno andava a costruire le quattro mura dove ci ha fatto vivere….altri tempi…. dopo pochi anni sempre a Roma, ripresi gli studi di ragioneria che da ragazza avrei voluto frequentare, ma c’era il lavoro a casa ed erano altri tempi…..
Da circa 13 anni mi trovo a conoscere gli agenti da un’altra prospettiva – sotto il profilo contributivo e pensionistico. Qualcuno ha mai sentito parlare di Enasarco? Penso proprio di sì…essendo l’Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio che gestisce la previdenza integrativa a favore degli Agenti di commercio e dei Promotori finanziari (ormai consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede). Ho notato alcune volte che Enasarco rappresenta un tasto dolente per alcuni di loro. Come quando diciamo ai nostri figli ciò che devono fare, loro spesso la prendono come un’imposizione, ma poi alla fine si rendono conto che è per il loro bene. Questo percorso lavorativo all’Enasarco è stata una delle più belle esperienze perché le molteplici storie di vario genere che mi venivano rappresentate da questa meravigliosa categoria, spesso mi hanno toccato il cuore ed insieme ai miei colleghi abbiamo cercato di risolvere casi che sembravano impossibili. Abbiamo cercato e cerchiamo ancora di farlo perché dietro ad ogni richiesta ci sono persone, famiglie, figli disabili, agenti deceduti ed eredi che spesso non sanno quello che devono fare e quindi cerchiamo di fare il possibile per loro, nel rispetto sempre delle normative che ci vengono imposte dal legislatore e dai Ministeri vigilanti. L’obiettivo del nostro lavoro è quello di fornire agli agenti una tutela previdenziale e assistenziale adeguata, con servizi di welfare sempre migliori. La figura dell’agente e la sua tutela è sempre al centro di ogni decisione dell’Enasarco che mira a migliorare anno dopo anno i servizi offerti agli agenti, pensando anche alla sua formazione.
A proposito di formazione, grazie al partenariato che c’è stato tra ATSC e UNITE, moltissimi agenti e promotori finanziari hanno potuto formarsi ed accrescere le loro competenze. E in questa occasione ho potuto conoscere l’agente ancora da un’altra angolazione, sì perché da questa parte ho visto una bellezza più profonda, ho conosciuto il lato umano, le debolezze, le esigenze, dietro tanti sorrisi tanta sofferenza ben nascosta e protetta dall’orgoglio per ciò che la vita aveva loro riservato, ma nello stesso tempo, sempre a testa alta. Ho avuto modo di conoscere una collega che nel creare un futuro alla sua “bimba speciale” ha messo in piedi un’associazione che ha portato il sorriso ed una speranza a tante famiglie, ne ho conosciuto un’altra che ha voluto rendere felice la vita di un bambino chiuso in un orfanotrofio dell’est, altri che hanno regalato il loro tempo a formare le giovani coppie che si affacciavano alla vita matrimoniale, persone di un’umiltà unica di grandi valori, persone che oltre il lavoro condividono le loro gioie con gli altri, mettono in campo quello che più sanno fare e lo condividono con il prossimo. Ho conosciuto chi studiava durante una chemio, quindi quando ho avuto qualche tentennamento perché negli ultimi anni ho affrontato qualche problema
di salute, loro mi hanno dato la forza di continuare…. Ed eccomi qua.. Ho avuto modo di confrontarmi con diversi di loro in questi anni. Sembrerei poco seria, poco elegante se vi dicessi che li ho spogliati con lo sguardo in silenzio, no, è solo ironia per sdrammatizzare. Piano piano, mi sono ritrovata in un gruppo ristretto di loro, siamo diventati 8 alla fine del percorso, e per diverso tempo ci sentivamo solo per studiare e prepararci agli esami senza entrare nella vita privata gli uni degli altri e quando mi chiedevano che lavoro io facessi, rispondevo che non ero un agente ma che lavoravo in ufficio e devo dire che mi sentivo un pesce fuor d’acqua perché quando parlavano del loro lavoro rimanevo in silenzio ad ascoltare sempre più affascinata…poi piano piano abbiamo iniziato ad aprirci e a scoprire che le nostre storie e le nostre vite erano diverse tra loro, ma il rispetto che abbiamo avuto ci ha portato a creare tra noi sinergie positive e a far nascere delle belle amicizie che sicuramente si protrarranno nel tempo.
Un ringraziamento particolare va ai miei figli perché sono stati i miei primi sostenitori, benché molto increduli.
Poi, forse è insolito perché ringraziamo sempre prima tutti gli altri ma io voglio ringraziare me stessa, in particolare, la mia dolce caparbietà perché come dice la mia cara amica, “solo la tua caparbietà ti poteva portare a raggiungere questo importante traguardo”.
Ringrazio Franco Damiani ed il suo staff per tutto il loro sostegno.
L’omaggio più grande lo riservo alla Prof.ssa Lucia Sciannella, relatrice della mia Tesi, a cui va tutta la mia riconoscenza e gratitudine per la sua professionalità e grande disponibilità per il lavoro e per l’ascolto e la pazienza che ha dimostrato nella mia persona.
Ringrazio i Docenti tutti, che sono stati per me una risorsa indelebile perché tutto ciò che mi hanno trasmesso mi ha dato modo di crescere, e di accrescere le mie conoscenze e competenze, di confrontarmi con loro, con il lavoro, con la vita di tutti i giorni e con alcuni temi che non erano mai stati nelle mie corde. Sono grata loro, per la disponibilità che hanno dimostrato, il supporto, il sostegno e l’accoglienza dal Direttore del Dipartimento Prof. Corsi al Prof. Pedaci ed il Prof. Mascella. Gli ultimi saranno i primi, mi riferisco al professor Dino Mastrocola ovvero il Magnifico Rettore di questa eccellente università che ringrazio, augurandogli di continuare a perseguire quelle che sono state sinora le qualità di questo Ateneo.
E per concludere, Vi ricordate la spia dei pneumatici che lampeggiava da tempo? Lampeggia ancora, non trovo un gommista che mi risolva il problema!
Grazie».

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«Buonasera a tutti. Con immenso piacere saluto il Magnifico Rettore, Prof. Dino Mastrocola, il Direttore del Dipartimento, Prof. Corsi e tutti i professori, colleghe e colleghi, le famiglie e gli amici. Se solo 10 anni fa qualcuno mi avesse detto che oggi sarei stata qui per il discorso di commiato di fine corso laurea, non ci avrei mai creduto. È un grandissimo onore per me essere qui.
Era il Novembre 2019 quando, durante una colazione di lavoro, si parlava dell’avanzamento e del grande successo di un progetto nato tra ATSC e l’Ateneo di Teramo. Ascoltavo con interesse complimentandomi con Franco Damiani dell’iniziativa e fantasticando che, in un altro contesto e ruolo professionale, con orari lavorativi diversi, magari ci sarebbe stata qualche remota possibilità che anche io mi potessi iscrivere. In realtà, quella colazione era fuori dalla mia agenda, in quel momento avrei dovuto essere dal mio gommista, per via di una spia dei pneumatici che lampeggiava ormai da tempo, ma all’ultimo momento ho disdetto e posticipato l’appuntamento e guadagnando una brochure illustrativa del corso di laurea. Il giorno dopo, proprio dal gommista nell’ora d’attesa prospettatami, lessi la brochure. Quell’ora fu lunga…non passava mai….i miei pensieri entravano ed uscivano dall’Università….vagavano tra tutti i vari impegni che avevo….ma quelle farfalline nello stomaco le sentivo tutte, in realtà avevano iniziato a farsi sentire già dalle 4 del mattino…..alla fine chiamai Federica e gli chiesi se ero ancora in tempo per l’iscrizione, e mi disse di sì. Bene, gli risposi, inviami e scrivimi tutto quello che devo fare….e così iniziai a leggere le dispense che scaricai la sera stessa iniziando così a studiare per il primo esame, Semiotica, di cui avevo perso le lezioni e che avrei dovuto sostenere dopo circa 2 settimane. Certo, da quel dicembre 2019 è successo di tutto….ho continuato a lavorare a ritmi sostenuti. Per studiare ho iniziato a togliere del tempo alla famiglia, ma, contestualmente, ho provato a trasmettere ai miei figli che non ci si deve mai fermare, perché rimettersi in gioco serve a tenere l’animo sempre giovane e nello stesso tempo ci si arricchisce, ci si arricchisce sempre.
Nel frattempo torno a lavoro… eh sì non ho ancora parlato del mio lavoro….beh mi viene da dirvi che nell’ambito di tutta la mia vita, quindi nei molteplici lavori che ho fatto, ho avuto modo di conoscere da diverse angolazioni l’agente di commercio. La prima volta ho conosciuto quella figura professionale all’età di 14 anni, quando con la licenza media mi sono catapultata nella piccola attività commerciale del settore alimentare dei miei genitori, in un paesino della Sardegna. La prima esperienza è stata quindi dalla parte del negoziante e tutti quei rappresentanti adoravano mio padre….dopo vi dirò perché….all’età di 19 anni lasciai la Sardegna e approdai a Roma dove per alcuni anni ho proseguito a lavorare nello stesso ambito e qui, ho scoperto perché i rappresentanti adoravano mio padre…. perché mio padre pagava in contanti alla consegna, che ve lo dico a fare a Roma in assegni a 30, 60 o addirittura
90 giorni….a mio padre dicevo che probabilmente avrebbe dovuto lavorare così…peccato che mio padre non aveva un conto in banca e non aveva mai avuto un blocchetto di assegni. Il guadagno andava a costruire le quattro mura dove ci ha fatto vivere….altri tempi…. dopo pochi anni sempre a Roma, ripresi gli studi di ragioneria che da ragazza avrei voluto frequentare, ma c’era il lavoro a casa ed erano altri tempi…..
Da circa 13 anni mi trovo a conoscere gli agenti da un’altra prospettiva – sotto il profilo contributivo e pensionistico. Qualcuno ha mai sentito parlare di Enasarco? Penso proprio di sì…essendo l’Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio che gestisce la previdenza integrativa a favore degli Agenti di commercio e dei Promotori finanziari (ormai consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede). Ho notato alcune volte che Enasarco rappresenta un tasto dolente per alcuni di loro. Come quando diciamo ai nostri figli ciò che devono fare, loro spesso la prendono come un’imposizione, ma poi alla fine si rendono conto che è per il loro bene. Questo percorso lavorativo all’Enasarco è stata una delle più belle esperienze perché le molteplici storie di vario genere che mi venivano rappresentate da questa meravigliosa categoria, spesso mi hanno toccato il cuore ed insieme ai miei colleghi abbiamo cercato di risolvere casi che sembravano impossibili. Abbiamo cercato e cerchiamo ancora di farlo perché dietro ad ogni richiesta ci sono persone, famiglie, figli disabili, agenti deceduti ed eredi che spesso non sanno quello che devono fare e quindi cerchiamo di fare il possibile per loro, nel rispetto sempre delle normative che ci vengono imposte dal legislatore e dai Ministeri vigilanti. L’obiettivo del nostro lavoro è quello di fornire agli agenti una tutela previdenziale e assistenziale adeguata, con servizi di welfare sempre migliori. La figura dell’agente e la sua tutela è sempre al centro di ogni decisione dell’Enasarco che mira a migliorare anno dopo anno i servizi offerti agli agenti, pensando anche alla sua formazione.
A proposito di formazione, grazie al partenariato che c’è stato tra ATSC e UNITE, moltissimi agenti e promotori finanziari hanno potuto formarsi ed accrescere le loro competenze. E in questa occasione ho potuto conoscere l’agente ancora da un’altra angolazione, sì perché da questa parte ho visto una bellezza più profonda, ho conosciuto il lato umano, le debolezze, le esigenze, dietro tanti sorrisi tanta sofferenza ben nascosta e protetta dall’orgoglio per ciò che la vita aveva loro riservato, ma nello stesso tempo, sempre a testa alta. Ho avuto modo di conoscere una collega che nel creare un futuro alla sua “bimba speciale” ha messo in piedi un’associazione che ha portato il sorriso ed una speranza a tante famiglie, ne ho conosciuto un’altra che ha voluto rendere felice la vita di un bambino chiuso in un orfanotrofio dell’est, altri che hanno regalato il loro tempo a formare le giovani coppie che si affacciavano alla vita matrimoniale, persone di un’umiltà unica di grandi valori, persone che oltre il lavoro condividono le loro gioie con gli altri, mettono in campo quello che più sanno fare e lo condividono con il prossimo. Ho conosciuto chi studiava durante una chemio, quindi quando ho avuto qualche tentennamento perché negli ultimi anni ho affrontato qualche problema
di salute, loro mi hanno dato la forza di continuare…. Ed eccomi qua.. Ho avuto modo di confrontarmi con diversi di loro in questi anni. Sembrerei poco seria, poco elegante se vi dicessi che li ho spogliati con lo sguardo in silenzio, no, è solo ironia per sdrammatizzare. Piano piano, mi sono ritrovata in un gruppo ristretto di loro, siamo diventati 8 alla fine del percorso, e per diverso tempo ci sentivamo solo per studiare e prepararci agli esami senza entrare nella vita privata gli uni degli altri e quando mi chiedevano che lavoro io facessi, rispondevo che non ero un agente ma che lavoravo in ufficio e devo dire che mi sentivo un pesce fuor d’acqua perché quando parlavano del loro lavoro rimanevo in silenzio ad ascoltare sempre più affascinata…poi piano piano abbiamo iniziato ad aprirci e a scoprire che le nostre storie e le nostre vite erano diverse tra loro, ma il rispetto che abbiamo avuto ci ha portato a creare tra noi sinergie positive e a far nascere delle belle amicizie che sicuramente si protrarranno nel tempo.
Un ringraziamento particolare va ai miei figli perché sono stati i miei primi sostenitori, benché molto increduli.
Poi, forse è insolito perché ringraziamo sempre prima tutti gli altri ma io voglio ringraziare me stessa, in particolare, la mia dolce caparbietà perché come dice la mia cara amica, “solo la tua caparbietà ti poteva portare a raggiungere questo importante traguardo”.
Ringrazio Franco Damiani ed il suo staff per tutto il loro sostegno.
L’omaggio più grande lo riservo alla Prof.ssa Lucia Sciannella, relatrice della mia Tesi, a cui va tutta la mia riconoscenza e gratitudine per la sua professionalità e grande disponibilità per il lavoro e per l’ascolto e la pazienza che ha dimostrato nella mia persona.
Ringrazio i Docenti tutti, che sono stati per me una risorsa indelebile perché tutto ciò che mi hanno trasmesso mi ha dato modo di crescere, e di accrescere le mie conoscenze e competenze, di confrontarmi con loro, con il lavoro, con la vita di tutti i giorni e con alcuni temi che non erano mai stati nelle mie corde. Sono grata loro, per la disponibilità che hanno dimostrato, il supporto, il sostegno e l’accoglienza dal Direttore del Dipartimento Prof. Corsi al Prof. Pedaci ed il Prof. Mascella. Gli ultimi saranno i primi, mi riferisco al professor Dino Mastrocola ovvero il Magnifico Rettore di questa eccellente università che ringrazio, augurandogli di continuare a perseguire quelle che sono state sinora le qualità di questo Ateneo.
E per concludere, Vi ricordate la spia dei pneumatici che lampeggiava da tempo? Lampeggia ancora, non trovo un gommista che mi risolva il problema!
Grazie».

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