Buongiorno a tutti,

che bello e che emozione vedervi tutti qui.

Ma quanto abbiamo aspettato questo momento, ma quante volte lo abbiamo vissuto e rivissuto nella nostra mente la sera prima di addormentarci, quante volte lo abbiamo ripassato. Io vi assicuro tantissime, ma sono certo di non essere il solo. Oggi è una giornata particolare e per certi versi unica, poiché oggi ci sono diverse generazioni che s’ incontrano, pronte a tagliare un traguardo comune. Ci sono i ragazzi che coronano un sogno a compimento degli sforzi profusi in questi anni di studi, ragazzi ai quali il destino deve presentare ancora tutte le opportunità che saranno certamente entusiasmanti grazie alle competenze che hanno acquisito.

Poi ci sono quelli come me e come i miei colleghi, che invece, oggi, coronano un riscatto. Già, perché noi avevamo un sogno, avevamo un bisogno latente, avevamo un qualcosa d’ incompiuto e tutto ciò ci ha dato la forza e la determinazione per iniziare quest’avventura.

In fondo non siamo tanto diversi, perché come ci disse un nostro insegnante, e certamente lui se lo ricorderà, la giovinezza non è che una dimensione progettuale, e quindi siamo tutti coetanei perché tutti abbiamo creduto in un progetto, ed oggi ci ritroviamo a festeggiarne il suo compimento, in barba a ciò che recita la carta d’identità alla voce data di nascita.

Il destino ha accomunato le generazioni presenti oggi nella scelta di questo percorso formativo e nella celebrazione della sua realizzazione.

Ricordo molto bene lo stupore e l’incredulità rassegnata dei miei familiari alla notizia di questa mia nuova sfida, l’ennesima; che bello nascere competitivi, ma che fatica esserlo! Ricordo molto bene l’ansia e la curiosità della prima lezione, dove il ns attuale Preside il prof Corsi ci disse: non abbiate timore, seguitemi ed arriverete, fidatevi di me. Avevamo paura, perché non sapevamo esattamente cosa ci aspettasse, ma aveva ragione, lo abbiamo seguito ed oggi siamo qui.

Sono stati tre anni molto intensi, ma che ci hanno fatto scoprire un lato di noi stessi che forse nemmeno noi conoscevamo. Anni bellissimi, che nessuno di noi dimenticherà.

Resteranno indelebili nelle nostre menti i viaggi, dove lungo la strada ripassavamo le varie materie in vista degli esami da sostenere, ma che belli quei viaggi, non sapete quanto mi mancano e quanto mi sono mancati negli ultimi mesi a causa delle ben note restrizioni.

Erano lunghi, ma passavano velocissimi, poi la tensione degli esami, la gioia e la liberazione del successo, tutte emozioni per le quali le parole sono un limite, non bastano a raccontarne le sensazioni.

Mi resteranno i ricordi delle domeniche rubate alle nostre famiglie, delle sere e delle notti passate a studiare, tante notti, perché alla nostra età, io, il mio gruppo di studi e molti altri, volevamo fare bella figura, volevamo ottenere il massimo, e volevamo gratificare i nostri insegnati perché noi sapevamo perfettamente che, in cuor loro, facevano il tifo per noi. Ebbene, sono certo che oggi i primi orgogliosi di noi, siano proprio loro.

Tre anni fa, un cospicuo gruppo di professionisti si è messo in gioco perché ha capito che chi non si forma si ferma, perché in un mercato in continua evoluzione, occorreva evolversi più velocemente del mercato stesso, occorreva capirne le dinamiche evolutive, occorreva, in termini competitivi, staccare gli avversari, ed in termini strategici, occorreva differenziarsi, ed occorreva fare tutto questo per scrivere il mercato che sarà.

Bene, oggi, dopo tanti sacrifici ci sentiamo pronti, perché la conoscenza è la luce sull’ignoto, la competenza è la garanzia della sopravvivenza e del successo professionale. Conoscenza e competenza non hanno confini, e lo dimostro io che per poter essere artefice e protagonista del mio futuro, non mi sono arreso davanti alle distanze ed ai sacrifici, partendo dalla Valtellina, ai confini con la Svizzera, in direzione Abruzzo, e così hanno fatto tanti miei colleghi provenienti da tutta Italia, pur di scegliere il prestigioso Ateneo di Teramo.

Un Ateneo che ha saputo comprendere per tempo come, una società globalizzata, avrebbe inciso sui cambiamenti delle dinamiche evolutive e sociologiche, ed attraverso insegnamenti mirati, completi, moderni, di grande respiro e visione, ci ha dato la possibilità di accedere ad un’offerta formativa unica nel suo genere e che ci ha permesso di raggiungere quel vantaggio competitivo grazie al quale abbiamo aumentato esponenzialmente la nostra forza motrice.

Un Ateneo che è stato in grado di stravolgersi e reinventarsi nei processi in pochissimo tempo, difronte ad un’emergenza pandemica mondiale, ma che è rimasto profondamente fedele a sé stesso, nei suoi obiettivi formativi, e fedele alla sua mission di formare risorse chiave per le aziende e per il mercato.

Ma come nelle aziende moderne il vantaggio competitivo è determinato dall’insieme dei punti di forza espressi in termini di risorse e competenze che si detengono rispetto ai fattori critici di successo, anche la nostra prestigiosa università non si sottrae a questo binomio, infatti, essa non sarebbe certamente la stessa senza le risorse umane di cui dispone con le loro preziose competenze che le contraddistinguono, uniche e perfettamente compatibili con le esigenze dei mercati attuali e dei mercati che verranno.

Ed è per questo che voglio ringraziare a nome mio ed a nome di tutti i laureandi di oggi il nostro corpo docenti, uno per uno, perché siete stati davvero fantastici.

Siete stati sempre una guida autorevole e competente, siete stati severi ma coinvolgenti, integerrimi ma leali, e siete stati sempre un esempio ed al tempo stesso ambasciatori dei valori e dell’identità di questa università.

Siete riusciti, nel mio caso, ma credo anche in molti altri, addirittura a risvegliare quella passione e curiosità per lo studio che nemmeno io sapevo di avere, e credetemi, questa è una cosa grandiosa.

Docenti che sono stati un esempio di grande abnegazione, che non hanno avuto alcun tentennamento nello stravolgere il paradigma classico del metodo d’insegnamento, armandosi di valigia, pur di portare la loro infinita conoscenza e la loro passione a Milano ed a Roma, appunto perché i confini, ribadisco, sono cosa obsoleta, esistono solo sulla carta geografica, e voi ce lo avete dimostrato coi fatti.

Ce le ricordiamo bene tutti le maratone che avete affrontato durante le sessioni d’esame, sessioni che terminavano a tarda sera pur di permetterci di tornare il giorno successivo dalle nostre famiglie e nelle nostre aziende; quei volti segnati dalla stanchezza, ma fieri, resilienti e consapevoli di fare la cosa giusta, di fare una cosa straordinaria, una cosa per il bene nostro e del nostro splendido paese, per poi trovare anche la forza di gioire insieme noi davanti ad una buona cena. Ecco, Unite è anche questo, anzi Unite è soprattutto questo. Grazie davvero a voi tutti, cari professori.

Un grazie caloroso va quindi ai cuori pulsanti che hanno guidato il nostro gruppo docenti, il nostro primo preside il prof Stefano Traini, il vice Preside, il prof. Marcello Pedaci ed il nostro attuale preside, il prof. Christian Corsi, un uomo pragmatico, che ha il dono di chiudere gli occhi, di immaginare il futuro e la capacità di tradurre il tutto, in tempi brevissimi, in un progetto.

In questa carrellata di ringraziamenti non posso non riservare un posto d’onore ad ATSC, nella persona del suo presidente il dott. Franco Damiani che, grazie al suo carisma, alla sua determinazione ed alla sua caparbietà è riuscito a tenere le redini e guidare un gruppo molto eterogeneo, tra mille difficoltà e mille imprevisti, riuscendo sempre nel difficile compito di non farci sentire mai soli. Tutto ciò, grazie anche alla sua valida collaboratrice, la dott.ssa Federica Gregori che, osservando ed imparando da un gigante delle relazioni, prima o poi supererà il maestro.

Un ringraziamento è il gesto più semplice e sincero che voglio dedicare al mio gruppo di studi. Tino, Licandro, Luca, Linda e Marco e con loro voglio salutare tutti i gruppi di studio che si sono formati. Nel mio caso sono stati una spalla, un conforto, un supporto, una sicurezza, ma e soprattutto, degli amici, dei veri amici! Un gruppo senza il quale non avrei raggiunto questo risultato, un gruppo nel quale la condivisione degli obiettivi è stata la base ed al contempo la forza per fare sempre meglio.

Al gruppo spero di aver trasmesso la mia energia, il mio spirito competitivo, la programmazione del dettaglio, la voglia di non arrendersi mai.

Dal gruppo ho certamente imparato la riflessione, la ponderazione, il lavoro di squadra, ed il valore dell’amicizia. Grazie a loro sono cresciuto e sono diventato una persona migliore.

Noi e tutti i gruppi di studio siamo l’esempio che l’unione è sempre più forte del singolo.

Ed infine voglio ringraziare col cuore in mano la mia e tutte le famiglie, mia moglie, i miei figli, i miei genitori, mio fratello e con loro tutte le mogli, i mariti, i figli, i padri, le madri, i fratelli e le sorelle; voglio dirvi che questa laurea è anche e soprattutto vostra, voi che siete stati i nostri primi sostenitori, voi che non ci avete mai fatto mancare il vostro affetto ed il vostro appoggio, voi che avete sofferto e gioito con noi, sappiate che tutto questo lo abbiamo fatto anche per voi e che senza di voi  non ce l’avremmo fatta.

Ah, dimenticavo, un grazie lo dobbiamo dire anche a tutti noi laureandi, perché ci abbiamo tentato, perché ci abbiamo creduto e perché ci siamo riusciti!

 

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Ma quanto abbiamo aspettato questo momento, ma quante volte lo abbiamo vissuto e rivissuto nella nostra mente la sera prima di addormentarci, quante volte lo abbiamo ripassato. Io vi assicuro tantissime, ma sono certo di non essere il solo. Oggi è una giornata particolare e per certi versi unica, poiché oggi ci sono diverse generazioni che s’ incontrano, pronte a tagliare un traguardo comune. Ci sono i ragazzi che coronano un sogno a compimento degli sforzi profusi in questi anni di studi, ragazzi ai quali il destino deve presentare ancora tutte le opportunità che saranno certamente entusiasmanti grazie alle competenze che hanno acquisito.

Poi ci sono quelli come me e come i miei colleghi, che invece, oggi, coronano un riscatto. Già, perché noi avevamo un sogno, avevamo un bisogno latente, avevamo un qualcosa d’ incompiuto e tutto ciò ci ha dato la forza e la determinazione per iniziare quest’avventura.

In fondo non siamo tanto diversi, perché come ci disse un nostro insegnante, e certamente lui se lo ricorderà, la giovinezza non è che una dimensione progettuale, e quindi siamo tutti coetanei perché tutti abbiamo creduto in un progetto, ed oggi ci ritroviamo a festeggiarne il suo compimento, in barba a ciò che recita la carta d’identità alla voce data di nascita.

Il destino ha accomunato le generazioni presenti oggi nella scelta di questo percorso formativo e nella celebrazione della sua realizzazione.

Ricordo molto bene lo stupore e l’incredulità rassegnata dei miei familiari alla notizia di questa mia nuova sfida, l’ennesima; che bello nascere competitivi, ma che fatica esserlo! Ricordo molto bene l’ansia e la curiosità della prima lezione, dove il ns attuale Preside il prof Corsi ci disse: non abbiate timore, seguitemi ed arriverete, fidatevi di me. Avevamo paura, perché non sapevamo esattamente cosa ci aspettasse, ma aveva ragione, lo abbiamo seguito ed oggi siamo qui.

Sono stati tre anni molto intensi, ma che ci hanno fatto scoprire un lato di noi stessi che forse nemmeno noi conoscevamo. Anni bellissimi, che nessuno di noi dimenticherà.

Resteranno indelebili nelle nostre menti i viaggi, dove lungo la strada ripassavamo le varie materie in vista degli esami da sostenere, ma che belli quei viaggi, non sapete quanto mi mancano e quanto mi sono mancati negli ultimi mesi a causa delle ben note restrizioni.

Erano lunghi, ma passavano velocissimi, poi la tensione degli esami, la gioia e la liberazione del successo, tutte emozioni per le quali le parole sono un limite, non bastano a raccontarne le sensazioni.

Mi resteranno i ricordi delle domeniche rubate alle nostre famiglie, delle sere e delle notti passate a studiare, tante notti, perché alla nostra età, io, il mio gruppo di studi e molti altri, volevamo fare bella figura, volevamo ottenere il massimo, e volevamo gratificare i nostri insegnati perché noi sapevamo perfettamente che, in cuor loro, facevano il tifo per noi. Ebbene, sono certo che oggi i primi orgogliosi di noi, siano proprio loro.

Tre anni fa, un cospicuo gruppo di professionisti si è messo in gioco perché ha capito che chi non si forma si ferma, perché in un mercato in continua evoluzione, occorreva evolversi più velocemente del mercato stesso, occorreva capirne le dinamiche evolutive, occorreva, in termini competitivi, staccare gli avversari, ed in termini strategici, occorreva differenziarsi, ed occorreva fare tutto questo per scrivere il mercato che sarà.

Bene, oggi, dopo tanti sacrifici ci sentiamo pronti, perché la conoscenza è la luce sull’ignoto, la competenza è la garanzia della sopravvivenza e del successo professionale. Conoscenza e competenza non hanno confini, e lo dimostro io che per poter essere artefice e protagonista del mio futuro, non mi sono arreso davanti alle distanze ed ai sacrifici, partendo dalla Valtellina, ai confini con la Svizzera, in direzione Abruzzo, e così hanno fatto tanti miei colleghi provenienti da tutta Italia, pur di scegliere il prestigioso Ateneo di Teramo.

Un Ateneo che ha saputo comprendere per tempo come, una società globalizzata, avrebbe inciso sui cambiamenti delle dinamiche evolutive e sociologiche, ed attraverso insegnamenti mirati, completi, moderni, di grande respiro e visione, ci ha dato la possibilità di accedere ad un’offerta formativa unica nel suo genere e che ci ha permesso di raggiungere quel vantaggio competitivo grazie al quale abbiamo aumentato esponenzialmente la nostra forza motrice.

Un Ateneo che è stato in grado di stravolgersi e reinventarsi nei processi in pochissimo tempo, difronte ad un’emergenza pandemica mondiale, ma che è rimasto profondamente fedele a sé stesso, nei suoi obiettivi formativi, e fedele alla sua mission di formare risorse chiave per le aziende e per il mercato.

Ma come nelle aziende moderne il vantaggio competitivo è determinato dall’insieme dei punti di forza espressi in termini di risorse e competenze che si detengono rispetto ai fattori critici di successo, anche la nostra prestigiosa università non si sottrae a questo binomio, infatti, essa non sarebbe certamente la stessa senza le risorse umane di cui dispone con le loro preziose competenze che le contraddistinguono, uniche e perfettamente compatibili con le esigenze dei mercati attuali e dei mercati che verranno.

Ed è per questo che voglio ringraziare a nome mio ed a nome di tutti i laureandi di oggi il nostro corpo docenti, uno per uno, perché siete stati davvero fantastici.

Siete stati sempre una guida autorevole e competente, siete stati severi ma coinvolgenti, integerrimi ma leali, e siete stati sempre un esempio ed al tempo stesso ambasciatori dei valori e dell’identità di questa università.

Siete riusciti, nel mio caso, ma credo anche in molti altri, addirittura a risvegliare quella passione e curiosità per lo studio che nemmeno io sapevo di avere, e credetemi, questa è una cosa grandiosa.

Docenti che sono stati un esempio di grande abnegazione, che non hanno avuto alcun tentennamento nello stravolgere il paradigma classico del metodo d’insegnamento, armandosi di valigia, pur di portare la loro infinita conoscenza e la loro passione a Milano ed a Roma, appunto perché i confini, ribadisco, sono cosa obsoleta, esistono solo sulla carta geografica, e voi ce lo avete dimostrato coi fatti.

Ce le ricordiamo bene tutti le maratone che avete affrontato durante le sessioni d’esame, sessioni che terminavano a tarda sera pur di permetterci di tornare il giorno successivo dalle nostre famiglie e nelle nostre aziende; quei volti segnati dalla stanchezza, ma fieri, resilienti e consapevoli di fare la cosa giusta, di fare una cosa straordinaria, una cosa per il bene nostro e del nostro splendido paese, per poi trovare anche la forza di gioire insieme noi davanti ad una buona cena. Ecco, Unite è anche questo, anzi Unite è soprattutto questo. Grazie davvero a voi tutti, cari professori.

Un grazie caloroso va quindi ai cuori pulsanti che hanno guidato il nostro gruppo docenti, il nostro primo preside il prof Stefano Traini, il vice Preside, il prof. Marcello Pedaci ed il nostro attuale preside, il prof. Christian Corsi, un uomo pragmatico, che ha il dono di chiudere gli occhi, di immaginare il futuro e la capacità di tradurre il tutto, in tempi brevissimi, in un progetto.

In questa carrellata di ringraziamenti non posso non riservare un posto d’onore ad ATSC, nella persona del suo presidente il dott. Franco Damiani che, grazie al suo carisma, alla sua determinazione ed alla sua caparbietà è riuscito a tenere le redini e guidare un gruppo molto eterogeneo, tra mille difficoltà e mille imprevisti, riuscendo sempre nel difficile compito di non farci sentire mai soli. Tutto ciò, grazie anche alla sua valida collaboratrice, la dott.ssa Federica Gregori che, osservando ed imparando da un gigante delle relazioni, prima o poi supererà il maestro.

Un ringraziamento è il gesto più semplice e sincero che voglio dedicare al mio gruppo di studi. Tino, Licandro, Luca, Linda e Marco e con loro voglio salutare tutti i gruppi di studio che si sono formati. Nel mio caso sono stati una spalla, un conforto, un supporto, una sicurezza, ma e soprattutto, degli amici, dei veri amici! Un gruppo senza il quale non avrei raggiunto questo risultato, un gruppo nel quale la condivisione degli obiettivi è stata la base ed al contempo la forza per fare sempre meglio.

Al gruppo spero di aver trasmesso la mia energia, il mio spirito competitivo, la programmazione del dettaglio, la voglia di non arrendersi mai.

Dal gruppo ho certamente imparato la riflessione, la ponderazione, il lavoro di squadra, ed il valore dell’amicizia. Grazie a loro sono cresciuto e sono diventato una persona migliore.

Noi e tutti i gruppi di studio siamo l’esempio che l’unione è sempre più forte del singolo.

Ed infine voglio ringraziare col cuore in mano la mia e tutte le famiglie, mia moglie, i miei figli, i miei genitori, mio fratello e con loro tutte le mogli, i mariti, i figli, i padri, le madri, i fratelli e le sorelle; voglio dirvi che questa laurea è anche e soprattutto vostra, voi che siete stati i nostri primi sostenitori, voi che non ci avete mai fatto mancare il vostro affetto ed il vostro appoggio, voi che avete sofferto e gioito con noi, sappiate che tutto questo lo abbiamo fatto anche per voi e che senza di voi  non ce l’avremmo fatta.

Ah, dimenticavo, un grazie lo dobbiamo dire anche a tutti noi laureandi, perché ci abbiamo tentato, perché ci abbiamo creduto e perché ci siamo riusciti!

 

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