Saluto il Magnifico Rettore, gli Illustrissimi Professori, le Colleghe e i Colleghi, Franco Damiani e tutti i presenti. Vorrei porgere i miei ringraziamenti per questi tre bellissimi anni per questi tre bellissimi anni trascorsi assieme e per questa esperienza davvero unica. Vorrei ringraziare soprattutto Franco per avermi proposto il progetto – più di tre anni orsono – al quale aderii subito con entusiasmo, e per essere stato al mio fianco fino all’ultimo giorno il 14 marzo, quando ti vedrò nell’Aula Magna a condividere la gioia del raggiunto traguardo.

Vorrei ringraziarti innanzitutto per avermi dato modo di conoscere persone eccezionali,( l’elemento umano e’ la parte piu’ nobile di questa esperienza). I Docenti: Donne e Uomini che ai miei occhi sono apparsi come nati per l’insegnamento, con la Vocazione , la Dedizione che li contraddistingue, essi stessi entusiasti di partecipare alla nostra esperienza ed essi stessi che ricambiavano la nostra ammirazione nei loro confronti, ritenendoci un po’ degli eroi, visto che nonostante i nostri impegni lavorativi, desideravamo impegnarci a studiare per apprendere ancora.

Le mie Colleghe ed i miei Colleghi. Sembro esagerare se confesso che a volte mi sono sentito di appartenere ad una sorta di Casta, dopo avere conosciuto Persone che ho ammirato profondamente, riconoscendo in loro una grinta ed una volontà superiori alle mie: Colleghe (Madri e Mogli) che dovevano far quadrare i gia’ gravosi impegni familiari, con quelli lavorativi, eppure bravissime anche nello studio e nei risultati. Colleghi che puntavano alla massima votazione e per questo davano il massimo, applicandosi moltissimo nello studio. Ritengo di avere imparato molto da loro, dai loro sacrifici, dal loro impegno: un bell’esempio di Persone alle quali ho avuto l’onore di accomunarmi e che credono ancora che gli obiettivi si raggiungono con la fatica, quella vera.

Che dire poi della nostra Università? Una struttura davvero efficiente e ben organizzata che rimarrà per sempre nel mio cuore, con le sue vetrate che incorniciano un quadro eterno e superbo della natura  come il massiccio del Gran Sasso: che spettacolo in tutte le stagioni!  L’Abruzzo è nel mio cuore; ci ho lavorato per anni con soddisfazione, ha dato rifugio a mio Padre ed ai suoi fratelli durante il conflitto mondiale salvandogli la vita (Trasacco) e mia moglie e’ nipote di Abruzzesi (Di Santo – Sante Marie). Ho calcolato che in tre anni ho percorso 10.000 km per frequentare le lezioni e viaggiato in autostrada oltre 60 volte avanti e indietro da Roma, ma non mi è affatto pesato e lo farei nuovamente; anche perchè mi ritengo un fortunato rispetto a Colleghi (quelli sì, veri eroi), che partono ogni volta da Catania, da Udine, da Milano e da altre città lontane.

Mi mancherà tutto questo e mi mancherà, l’adrenalina che scorreva copiosa nelle mie vene in occasione di ogni esame: “ce la farò, non ce la farò, ce la devo fare”  ; il desiderio di superare la prova, per verificare se eri preparato davvero oppure no, il condividere questi momenti con gli altri, rientrare stanco ma felice e pensare “anche questa e’ fatta”, avanti con il prossimo esame…..Le lezioni, gli esami, lo studio, sono stati per me un impegno ideale ed una validissima alternanza al lavoro che mi ha permesso di diversificare ed impegnare la mente in diverse direzioni, studiando ed approfondendo vari argomenti che mi hanno molto interessato ed appagato, giovando infine anche al lavoro stesso.

Ora che tutto questo e’ finito, anche io come altri colleghi, siamo presi davvero da un vuoto improvviso e da un pò di nostalgia: che sia insorta la famigerata “Sindrome di Unite“?

E infine Franco. L’artefice, il “deus ex machina” che ha fatto si – assieme all’Universita’ di Teramo –  che tutto questo fosse realizzabile. Franco, un organizzatore nato, Franco il Tutor, ma per me sarebbe meglio definirlo il “Tuttor”, visto che è sempre stato presente, vicino a ciascuno di noi e sempre disponibile a dare aiuto e consigli a chi ne avesse bisogno. Sempre con il sorriso e con la flemma che lo contraddistingue, dopo avere egli stesso per primo tracciato la strada e raggiunto il traguardo, ha visto via via aumentare in progressione geometrica, le adesioni di tanti e tanti colleghi ad un progetto che reputo più vicino ad una “visione”: quella di qualificare e professionalizzare la nostra categoria.

Franco merita tutta la mia e la nostra ammirazione e il piu’ sentito ringraziamento, per averci accompagnato in questa bellissima esperienza. La mia tesi inizia con  “Sapere e’ Potere” e grazie a Franco oggi posso dire di avere un briciolo di potere in piu’, ma Franco usa chiosare ogni sua missiva con il suo motto oramai divenuto famoso in mezza Italia e che ritengo rispecchi la sua vera indole: “Abbiate Gioia” e a me – Caro Amico Franco – hai donato una Gioia Immensa.

Spero di essere ancora con te in altre battaglie su altri campi, nell’ambito dell’Associazionismo per raggiungere assieme nuovi traguardi e nuove gioie.

Con affetto e gratitudine,

Guido

 

Roma, 28 Febbraio 2018

 

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Saluto il Magnifico Rettore, gli Illustrissimi Professori, le Colleghe e i Colleghi, Franco Damiani e tutti i presenti. Vorrei porgere i miei ringraziamenti per questi tre bellissimi anni per questi tre bellissimi anni trascorsi assieme e per questa esperienza davvero unica. Vorrei ringraziare soprattutto Franco per avermi proposto il progetto – più di tre anni orsono – al quale aderii subito con entusiasmo, e per essere stato al mio fianco fino all’ultimo giorno il 14 marzo, quando ti vedrò nell’Aula Magna a condividere la gioia del raggiunto traguardo.

Vorrei ringraziarti innanzitutto per avermi dato modo di conoscere persone eccezionali,( l’elemento umano e’ la parte piu’ nobile di questa esperienza). I Docenti: Donne e Uomini che ai miei occhi sono apparsi come nati per l’insegnamento, con la Vocazione , la Dedizione che li contraddistingue, essi stessi entusiasti di partecipare alla nostra esperienza ed essi stessi che ricambiavano la nostra ammirazione nei loro confronti, ritenendoci un po’ degli eroi, visto che nonostante i nostri impegni lavorativi, desideravamo impegnarci a studiare per apprendere ancora.

Le mie Colleghe ed i miei Colleghi. Sembro esagerare se confesso che a volte mi sono sentito di appartenere ad una sorta di Casta, dopo avere conosciuto Persone che ho ammirato profondamente, riconoscendo in loro una grinta ed una volontà superiori alle mie: Colleghe (Madri e Mogli) che dovevano far quadrare i gia’ gravosi impegni familiari, con quelli lavorativi, eppure bravissime anche nello studio e nei risultati. Colleghi che puntavano alla massima votazione e per questo davano il massimo, applicandosi moltissimo nello studio. Ritengo di avere imparato molto da loro, dai loro sacrifici, dal loro impegno: un bell’esempio di Persone alle quali ho avuto l’onore di accomunarmi e che credono ancora che gli obiettivi si raggiungono con la fatica, quella vera.

Che dire poi della nostra Università? Una struttura davvero efficiente e ben organizzata che rimarrà per sempre nel mio cuore, con le sue vetrate che incorniciano un quadro eterno e superbo della natura  come il massiccio del Gran Sasso: che spettacolo in tutte le stagioni!  L’Abruzzo è nel mio cuore; ci ho lavorato per anni con soddisfazione, ha dato rifugio a mio Padre ed ai suoi fratelli durante il conflitto mondiale salvandogli la vita (Trasacco) e mia moglie e’ nipote di Abruzzesi (Di Santo – Sante Marie). Ho calcolato che in tre anni ho percorso 10.000 km per frequentare le lezioni e viaggiato in autostrada oltre 60 volte avanti e indietro da Roma, ma non mi è affatto pesato e lo farei nuovamente; anche perchè mi ritengo un fortunato rispetto a Colleghi (quelli sì, veri eroi), che partono ogni volta da Catania, da Udine, da Milano e da altre città lontane.

Mi mancherà tutto questo e mi mancherà, l’adrenalina che scorreva copiosa nelle mie vene in occasione di ogni esame: “ce la farò, non ce la farò, ce la devo fare”  ; il desiderio di superare la prova, per verificare se eri preparato davvero oppure no, il condividere questi momenti con gli altri, rientrare stanco ma felice e pensare “anche questa e’ fatta”, avanti con il prossimo esame…..Le lezioni, gli esami, lo studio, sono stati per me un impegno ideale ed una validissima alternanza al lavoro che mi ha permesso di diversificare ed impegnare la mente in diverse direzioni, studiando ed approfondendo vari argomenti che mi hanno molto interessato ed appagato, giovando infine anche al lavoro stesso.

Ora che tutto questo e’ finito, anche io come altri colleghi, siamo presi davvero da un vuoto improvviso e da un pò di nostalgia: che sia insorta la famigerata “Sindrome di Unite“?

E infine Franco. L’artefice, il “deus ex machina” che ha fatto si – assieme all’Universita’ di Teramo –  che tutto questo fosse realizzabile. Franco, un organizzatore nato, Franco il Tutor, ma per me sarebbe meglio definirlo il “Tuttor”, visto che è sempre stato presente, vicino a ciascuno di noi e sempre disponibile a dare aiuto e consigli a chi ne avesse bisogno. Sempre con il sorriso e con la flemma che lo contraddistingue, dopo avere egli stesso per primo tracciato la strada e raggiunto il traguardo, ha visto via via aumentare in progressione geometrica, le adesioni di tanti e tanti colleghi ad un progetto che reputo più vicino ad una “visione”: quella di qualificare e professionalizzare la nostra categoria.

Franco merita tutta la mia e la nostra ammirazione e il piu’ sentito ringraziamento, per averci accompagnato in questa bellissima esperienza. La mia tesi inizia con  “Sapere e’ Potere” e grazie a Franco oggi posso dire di avere un briciolo di potere in piu’, ma Franco usa chiosare ogni sua missiva con il suo motto oramai divenuto famoso in mezza Italia e che ritengo rispecchi la sua vera indole: “Abbiate Gioia” e a me – Caro Amico Franco – hai donato una Gioia Immensa.

Spero di essere ancora con te in altre battaglie su altri campi, nell’ambito dell’Associazionismo per raggiungere assieme nuovi traguardi e nuove gioie.

Con affetto e gratitudine,

Guido

 

Roma, 28 Febbraio 2018

 

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