La speranza credo sia la virtù, o quella dimensione della vita, a cui oggi sono state tarpate le ali.

Noi, invece, dobbiamo ritrovare le radici della speranza nella nostra esistenza se vogliamo guardare al domani e anche ad un domani più lontano, quello che dovremmo vedere negli occhi dei figli, della famiglia e della realizzazione di se stessi in un tempo in cui la parola dominante, quella scritta ovunque a grandi lettere, è CRISI.

Crisi di lavoro, crisi economica, crisi finanziaria.

Proprio ieri sentivo un servizio alla radio che diceva come stiano aumentando, per coloro che li hanno, i depositi bancari.

Anche questo è un segno di speranza che non c`è, o meglio: ci si illude di mettere la speranza in quello che si ha in banca, perché se dovesse mancare anche questo dove andremmo a finire? Allora io credo che forse dovremmo coniugare un po` meglio la parola speranza, in quelle relazioni fondamentali come la famiglia che, al di là della visione che ciascuno di noi può avere, rimane l`espressione più autentica non solo di un presente di relazione tra due persone che si guardano e decidono qualcosa, ma tra due persone che si guardano, si amano e guardano lontano nel futuro; altrimenti, consumato anche questo, rimane solo un`esperienza fatta.

E dunque penso che anche chi come voi è continuamente a contatto con tante persone deve cercare di spingere l`altro a comprendere quelle che possono essere le premesse del risultato del proprio lavoro; perché se non c`è un supporto umano alla base, che è quello della relazione famigliare, alla fine uno si ritrova sempre più solo e se le cose gli vanno bene avrà il conto in banca, altrimenti non saprà più a chi guardare, che cosa fare.

E queste mie parole non sono pessimistiche, ma sono piene di quella speranza che io vorrei veramente auguravi di cuore; perché l`Italia dipende da tutti quanti noi, cominciando ad essere un po` meno polemici e meno litigiosi e a fare insieme qualche cosa.

Io vedo che, sin dall`inizio, il Magnifico Rettore ha fatto di tutto affinché l`Università non si riduca ad essere un tempio chiuso del sapere, ma una struttura importantissima al servizio della cultura e voi oggi ne avete dato un segno. Ma tutto questo è possibile se l`università si apre, se voi rispondete.

E, dopo tante ore di lavoro, è importante trovare la forza per fare i compiti a casa, perché se hai famiglia i tuoi familiari vedono che la vita non è facile, ma ciò che si fa con entusiasmo porta sicuramente buon frutto, ed è quello che vi auguro di tutto cuore.

Ho voluto ritagliare questo tempo per stare con voi proprio per dire andiamo avanti: perché la società sono io, siamo noi, dipende anche da noi e non dalle nostre lamentele, ma da quel piccolo mattone che ciascuno di noi riesce a mettere.

Auguri a tutti.

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Noi, invece, dobbiamo ritrovare le radici della speranza nella nostra esistenza se vogliamo guardare al domani e anche ad un domani più lontano, quello che dovremmo vedere negli occhi dei figli, della famiglia e della realizzazione di se stessi in un tempo in cui la parola dominante, quella scritta ovunque a grandi lettere, è CRISI.

Crisi di lavoro, crisi economica, crisi finanziaria.

Proprio ieri sentivo un servizio alla radio che diceva come stiano aumentando, per coloro che li hanno, i depositi bancari.

Anche questo è un segno di speranza che non c`è, o meglio: ci si illude di mettere la speranza in quello che si ha in banca, perché se dovesse mancare anche questo dove andremmo a finire? Allora io credo che forse dovremmo coniugare un po` meglio la parola speranza, in quelle relazioni fondamentali come la famiglia che, al di là della visione che ciascuno di noi può avere, rimane l`espressione più autentica non solo di un presente di relazione tra due persone che si guardano e decidono qualcosa, ma tra due persone che si guardano, si amano e guardano lontano nel futuro; altrimenti, consumato anche questo, rimane solo un`esperienza fatta.

E dunque penso che anche chi come voi è continuamente a contatto con tante persone deve cercare di spingere l`altro a comprendere quelle che possono essere le premesse del risultato del proprio lavoro; perché se non c`è un supporto umano alla base, che è quello della relazione famigliare, alla fine uno si ritrova sempre più solo e se le cose gli vanno bene avrà il conto in banca, altrimenti non saprà più a chi guardare, che cosa fare.

E queste mie parole non sono pessimistiche, ma sono piene di quella speranza che io vorrei veramente auguravi di cuore; perché l`Italia dipende da tutti quanti noi, cominciando ad essere un po` meno polemici e meno litigiosi e a fare insieme qualche cosa.

Io vedo che, sin dall`inizio, il Magnifico Rettore ha fatto di tutto affinché l`Università non si riduca ad essere un tempio chiuso del sapere, ma una struttura importantissima al servizio della cultura e voi oggi ne avete dato un segno. Ma tutto questo è possibile se l`università si apre, se voi rispondete.

E, dopo tante ore di lavoro, è importante trovare la forza per fare i compiti a casa, perché se hai famiglia i tuoi familiari vedono che la vita non è facile, ma ciò che si fa con entusiasmo porta sicuramente buon frutto, ed è quello che vi auguro di tutto cuore.

Ho voluto ritagliare questo tempo per stare con voi proprio per dire andiamo avanti: perché la società sono io, siamo noi, dipende anche da noi e non dalle nostre lamentele, ma da quel piccolo mattone che ciascuno di noi riesce a mettere.

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